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Ristorazione. Quanto ha perso il settore nel 2020 e 2021?

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Ristorazione: quanto ha perso il settore a causa della crisi determinata dalla pandemia, nel 2020 e 2021? Quanto ha pesato economicamente l’emergenza Covid?

 

Qui su Universofood seguiamo fin dall’inizio l’impatto del Covid sul mondo della ristorazione e le continue evoluzioni normative per bar e ristoranti, dai lockdown della prima metà del 2020 alle riaperture dell’estate 2020, dalle regole dell’ottobre 2020 alle successive restrizioni e chiusure dell’autunno-inverno, dalle prime regole sul Green Pass dell’agosto 2021 alle successive modifiche del dicembre 2021 e del gennaio 2022.

Dopo un 2020 molto difficile, con un calo del 37,4% dei fatturati della ristorazione rispetto al 2019, un calo equivalente a 32 miliardi in meno, il 2021 – secondo i dati di Fipe-Confcommercio pubblicati a gennaio 2022 – ha segnato (sempre rispetto al 2019) un calo dei consumi nella ristorazione del 28%, con 24 miliardi spesi in meno (nel 2021 rispetto al 2019) nei ristoranti italiani. Sommando 32 e 24 miliardi, si arriva alla conclusione che a causa del Covid, nel 2020 e nel 2021, il settore italiano della ristorazione ha perso 56 miliardi di euro. Se nel 2019 in Italia erano stati spesi 85 miliardi nei ristoranti, nel 2020 questa spesa è stata di 53 miliardi e nel 2021 è stata di 57 miliardi. Un bilancio molto pesante che si traduce – secondo i dati di Fipe-Confcommercio – in 45mila imprese della ristorazione che hanno chiuso in Italia nel biennio 2020-2021 e in 300mila addetti che hanno perso il lavoro nel settore.

Il Direttore Generale di Fipe-Confcommercio, Roberto Calugi, ha commentato in questi termini i dati:il mese di dicembre del 2021 ha vanificato gli sforzi e l’ottimismo dell’estate, e ora ci ritroviamo immersi in un’emergenza senza fine. Nessuno chiede aiuti a pioggia: se il problema sono le risorse si selezioni l’accesso alla Cassa Integrazione, alle moratorie e agli altri incentivi sulla base della reale perdita di fatturato, ma non possiamo lasciare le imprese al loro destino. Con la contrazione delle attività che stiamo registrando negli ultimi mesi, il settore semplicemente non sopravvivrà. Bisogna agire e bisogna farlo subito“.

 

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