Vini Made in Italy: sono stati pubblicati, a marzo 2022, i dati completi relativi all’export vinicolo italiano nel 2021, numeri importanti e in forte crescita.
Abbiamo visto tempo fa qui su Universofood i dati relativi all’export vinicolo nei primi sette mesi del 2021 e nei primi nove mesi del 2021, dati in crescita rispetto a un 2020 che era stato pesantemente segnato dalla pandemia ma che aveva mostrato comunque una relativa tenuta rispetto ai competitor (nel 2020 l’export dei vini Made in Italy è sceso in valore del 2,3% rispetto al 2019, mentre nello stesso periodo i vini spagnoli hanno perso il 3,2% e i vini francesi sono scesi in valore del 10,8% nelle esportazioni).
E il 2021? I dati 2022 (numeri pubblicati dall’Osservatorio Uiv – Vinitaly – Ismea a marzo 2022, elaborazioni complete sui dati Istat relativi all’anno 2021) segnalano un exploit per i vini tricolore, che nell’anno 2021 hanno raggiunto un export da record pari a 7,1 miliardi di euro, con una crescita in valore del 12,4% rispetto al 2020, e una crescita in quantità del 7,3%, per un totale di 22,2 milioni di ettolitri di vino esportati.
Tra i diversi segmenti e comparti del settore vinicolo, quelli che registrano le percentuali di crescita più importanti sono il Prosecco (+32% a valore nell’export 2021 rispetto al 2020), gli spumanti (+25,3%) e le produzioni Dop (+15,8%), mentre per quanto riguarda i diversi Paesi e nazioni l’export di vini Made in Italy corre sui mercati extra-Ue (che valgono oggi il 61% del mercato, con una crescita dell’export del 14,2% nel 2021 rispetto al 2020), in particolare negli Stati Uniti (+18,4% per i nostri vini nel 2021 rispetto al 2020), in Cina (+29,2%) e in Corea del Sud (+75,5%), mentre in Europa i mercati migliori per i vini italiani sono la Germania e il Regno Unito.
Attenzione però: finito l’effetto della revenge spending seguita alla fase più grave dell’emergenza Covid, e aumentati ora i costi delle materie prime, in un contesto di inflazione e di incertezze legate alla guerra della Russia in Ucraina, il 2022 presenta diversi fattori di preoccupazione per i vini Made in Italy, come spiegato dal Segretario Generale dell’Uiv (Unione italiana vini) Paolo Castelletti: “lo scorso anno l’export di vino ha polverizzato tutti i record, con un risultato che, comparato ai trend pre-Covid, si sarebbe raggiunto nell’arco di un lustro. Ora però il quadro è preoccupante, con una serie di fattori che annunciano un anno difficile. La forte erosione dei margini data dall’escalation dei costi delle materie prime del settore, il quasi certo azzeramento del mercato russo – su cui si attendono le contro-sanzioni dopo la recente firma di Putin al decreto di blocco import-export dalla Russia – e soprattutto una guerra che, accompagnata alla spirale inflazionistica, influirà in maniera pesante sulla fiducia e quindi sui consumi globali, sono i principali elementi di criticità che riscontriamo”.