Come vengono macinati i chicchi di caffè per ottenere la preziosa polvere che ci consente di degustare il perfetto espresso all’italiana? A spiegarlo è l’esperto Marco Bazzara, Sensory project manager e Academy Director della Bazzara Academy. – https://www.bazzara.it/
“Ovviamente abbiamo bisogno di uno strumento tecnico – afferma Marco Bazzara -. Il macinadosatore è lo strumento che consente di trasformare al momento richiesto i grani di caffè torrefatto in polvere, triturandoli, per ampliare la superficie di contatto dell’acqua calda e consentire una maggiore estrazione delle sostanze solubili. È costituito dalle seguenti componenti: tramoggia, macine, dosatore.
La tramoggia (campana) raccoglie e convoglia il caffè in grani al centro del contenitore verso la coppia di macine. Le macine (anelli dentati d’acciaio temperato), di forma piatta o conica, ruotano ad alta velocità, frantumando i chicchi. Di seguito il dosatore raccoglie il caffè macinato e, a ogni scatto della sua leva, ne eroga il quantitativo voluto. La ghiera filettata posta sotto la tramoggia, opportunamente regolata, varia lo spazio fra la coppia di macine, così da consentire un grado di macinatura più o meno fine.
Una corretta granulometria del caffè consente l’estrazione dell’espresso in un tempo compreso tra i 25 e i 30 secondi – prosegue Marco Bazzara-. Se la polvere di caffè è troppo grossolana, il flusso dell’acqua scenderà velocemente e l’espresso risulterà sottoestratto; al contrario, se la polvere è troppo fine, il caffè gocciolerà lentamente, stentando a scendere dal beccuccio e l’espresso sarà sovraestratto. Per la preparazione di un espresso perfetto, la macinatura deve essere regolata secondo il tipo di fibra dei chicchi e l’umidità ambientale, per permettere di estrarre al meglio tutte le sostanze del caffè. Pertanto quando il clima è umido, la macinatura deve essere più grossa, più fine invece quando il clima è secco” conclude Marco Bazzara.
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