Il percorso del caffè espresso – Il caffè è la bevanda più amata al mondo. Ogni anno vengono consumati oltre 100 milioni di sacchi di chicchi di caffè, trasformati nel noto elisir e gustati nei più svariati modi.
In tutto il mondo sono stati elaborati metodi e riti diversi per degustare il caffè: in Medio Oriente, in Grecia e nei Paesi balcanici è molto diffuso il metodo “alla turca”, nei Paesi scandinavi lo consumano bollito, negli Stati Uniti il filter coffee è la preparazione più usata, in Giappone lo bevono in lattina, nel Nord Europa utilizzano molto il metodo melior (un bricco con filtro a stantuffo), nelle case italiane troviamo la moka e la “napoletana”.
“In questo panorama di preparazioni, – afferma Marco Bazzara, Sensory project manager e Academy Director della Bazzara Academy – l’espresso si distingue per essere il metodo che riesce a estrarre dai chicchi, grazie alla tecnologia italiana, un vero e proprio concentrato di gusti e aromi”.
“Non a caso l’espresso italiano è sempre più apprezzato in tutto il mondo. La sua crema, l’aroma, il corpo e il gusto sono le quattro caratteristiche inconfondibili che differenziano l’espresso dalle altre preparazioni, un’arte tutta Made in Italy. Si chiama “espresso” per intendere che il caffè viene preparato al momento della sua richiesta “espressamente per il cliente” – prosegue Marco Bazzara – . Con circa cinquanta grani di caffè tostati, macinati finemente, e attraversati da acqua calda a pressione elevata, si ottiene non solo la nera bevanda tanto amata, ma anche un concentrato in cui si sprigionano mille sostanze aromatiche che rendono l’espresso “unico”. Inoltre le sensazioni che dà non finiscono nell’istante della degustazione, ma persistono per lungo tempo”.
“In questo processo, la miscela, l’acqua, le attrezzature professionali (macchina caffè, macinadosatore, sistemi di trattamento dell’acqua) e la maestria dell’operatore che andrà a preparare l’estratto sono i fattori essenziali per realizzare una tazza a regola d’arte” conclude Marco Bazzara.
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