Formaggi italiani: l’export nell’ultimo anno (dati pubblicati da Assolatte a marzo 2020 e relativi all’anno 2019) registra numeri positivi, con un importante incremento rispetto all’anno precedente.
I numeri sono stati diffusi da Assolatte il 13 marzo, nel pieno dell’emergenza Coronavirus e dunque con grandi preoccupazioni per il 2020, ma segnalano per l’ultimo anno (confronto tra il 2019 e il 2018) una forte crescita delle esportazioni di formaggi Made in Italy. Nel 2019 le vendite all’estero di formaggi italiani hanno superato in valore i 3 miliardi di euro, con una crescita dell’11,2% rispetto al 2018, e dal punto di vista delle quantità (cioè a volume) hanno oltrepassato quota 450mila tonnellate, con un aumento del 6,3% sul 2018. Il mercato europeo rimane il più importante, e in Europa l’export dei formaggi italiani nel 2019 registra un +9,4% rispetto al 2018, mentre sui mercati extra Ue i dati più interessanti sono quelli degli Stati Uniti (+25% in valore nell’export 2019), del Giappone (+12,8%) e della Cina (+5,9%). Sui mercati asiatici nel 2019 sono state esportati complessivamente 30mila tonnellate di formaggi italiani, per un valore di 200 milioni, e dopo l’embargo russo, la Brexit e i dazi Usa l’Asia è diventata e sta diventando un contesto sempre più importante per le aziende italiane del settore.
Ora però l’emergenza Coronavirus rimette tutto in discussione, come ha spiegato il presidente di Assolatte Giuseppe Ambrosi: “oggi bisogna far fronte a un’emergenza sanitaria globale, per cui è indispensabile concentrare tutte le energie per affrontare e bloccare il coronavirus. Da imprenditori, tuttavia, siamo costretti a fare le nostre prime valutazioni sul probabile impatto di quest’epidemia sul commercio internazionale, soprattutto in un contesto già viziato dalle tensioni tra i maggiori player mondiali. Al momento è molto difficile valutare l’impatto dell’epidemia, ma è probabile che l’emergenza rallenterà notevolmente la crescita, rischiando di compromettere i risultati di cui oggi andiamo orgogliosi e di vanificare gli investimenti milionari realizzati dalle nostre imprese nel corso degli anni“.
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