Birre di Abbazia: l’interesse del pubblico per questa tipologia di birre è sempre più ampio, il segmento birraio è in crescita e le vendite – sul mercato interno italiano – sono in aumento nell’ultimo anno.
Il settore della birra, in generale, sta attraversando una fase di forte espansione in Italia, il numero dei birrifici ha avuto un incremento del 146% negli ultimi sette anni e ha perfino aperto a Milano la prima Università della Birra. In questo contesto un comparto tradizionale che desta crescente curiosità tra i consumatori italiani è quello delle birre di abbazia, ovvero quelle birre che vengono prodotte all’interno di monasteri e abbazie (prevalentemente in Olanda e in Belgio) o che vengono prodotte da aziende esterne all’abbazia ma sulla base della ricetta storica degli abati e previa concessione di una licenza rilasciata dall’abbazia stessa.
Si tratta in genere di birre che nei secoli passati venivano utilizzate dai monaci per ricompensare gli agricoltori dei vicini villaggi per il lavoro nei campi durante il periodo del raccolto o per altri lavori eseguiti all’interno dell’abbazia. Oggi queste birre sono ampiamente presenti anche nei supermercati e hanno un buon successo commerciale, anche perché si presentano spesso come birre particolarmente dolci e fruttate, molto gradite tra il pubblico femminile. Secondo i dati diffusi dall’Ansa a maggio 2019, le birre di abbazia sul mercato italiano sono cresciute nei volumi di vendita del 15% nell’ultimo anno (confronto tra il 2018 e il 2017), e nel 2018 – soltanto in ambito Gdo – sono stati distribuiti in Italia 55mila ettolitri di birre di abbazia, che rappresentano ad oggi il 6% del segmento delle birre speciali e più di un terzo del sotto-segmento super-premium.