Etichette per gli alcolici: il Parlamento Europeo ha tolto il riferimento al cancro e imporrà soltanto – per le etichette – l’invito a un consumo moderato e consapevole.
Si è parlato molto in questo periodo del rischio che anche le etichette dei vini e delle birre – come in generale di tutti gli alcolici – finissero nel calderone del nuovo piano di azione anti-cancro della Ue, con l’imposizione delle avvertenze sanitarie in etichetta e del rischio cancerogeno legato al consumo di alcolici. Il Parlamento Europeo ha però accolto alla fine gli emendamenti contrari degli eurodeputati Paolo De Castro (Pd, S&D), Herbert Dorfmann (Svp, Ppe) e Iréne Tolleret (Renaissance, Renew), e ha approvato – con 392 voti contro 251 – la sostituzione della avvertenze sanitarie anti-cancro nelle etichette per gli alcolici con il semplice obbligo di fornire – in etichetta – informazioni per un consumo responsabile e consapevole dell’alcol, facendo tirare un sospiro di sollievo a tutti gli operatori del settore.
Il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha commentato in questi termini la decisione del Parlamento Ue: “è stato respinto il tentativo sbagliato di demonizzare il consumo di vino e birra attraverso allarmi salutistici in etichetta, un tentativo che avrebbe ingiustamente penalizzato un settore che vale 12 miliardi di fatturato, dei quali 7,1 miliardi di export, e offre direttamente o indirettamente occupazione a 1,3 milioni di persone“. Mentre da Alleanza delle Cooperative Italiane è arrivato questo comunicato stampa: “è stata riconosciuta più appropriata la linea dell’approccio moderato, e auspichiamo che ora si possa continuare a lavorare insieme per la lotta contro il cancro senza demonizzare il consumo consapevole di vino e delle altre bevande alcoliche. Il Rapporto della Commissione speciale del Parlamento europeo per la lotta contro il cancro (Beca), pur contenendo elementi importanti nella strategia contro la malattia e per l’accesso alle cure, aveva un approccio antiscientifico in relazione al consumo di alcol, non distinguendo tra uso moderato e abuso. Seguendolo si sarebbe penalizzato pesantemente un intero settore economico, che rappresenta invece un’eccellenza per qualità della produzione, storia, cultura e volano di sviluppo di turismo e occupazione“. E il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio, ha dichiarato: “ha prevalso il buon senso perché c’è una profonda differenza fra abuso e consumo moderato e responsabile. Ci siamo opposti da subito al messaggio del no safe level, dell’assenza di un livello di sicurezza nel consumo di alcol. Il vino è cultura, socialità, racconta e rende unici i nostri territori, fa parte della nostra storia e della Dieta Mediterranea. Combattere il cancro è senz’altro una priorità di tutti, ma la salute non si tutela demonizzando un settore o un singolo prodotto legato alla cultura e allo stile di vita dell’Italia così come di altri Paesi europei. Parliamo di un comparto che non solo contribuisce a tenere vive le comunità rurali sostenute dalla stessa Ue, ma rappresenta anche la prima voce dell’export agroalimentare europeo“.