È la prima assicurazione sui ricavi per il settore cerealicolo italiano, presentata dal Mipaaf il 16 febbraio 2017. Vediamo come funziona.
Quello dei produttori di grano è uno dei comparti più importanti del Made in Italy agroalimentare. In Italia (dati Mipaaf) vengono prodotti 4 milioni di tonnellate di grano duro all’anno, con una produzione di pastasciutta di 3,4 milioni di tonnellate (primato mondiale), per un valore alla produzione di oltre 4,6 miliardi di euro e un export pari a 2 miliardi. Il 16 febbraio 2017 il Mipaaf – Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha annunciato l’introduzione di una nuova misura per aiutare il settore: un’assicurazione per i produttori di grano che riguarda i ricavi, protegge dalle variazioni di prezzo ed è aggiuntiva rispetto alle tradizionali garanzie contro gelo, neve, grandine, siccità, alluvione e sbalzi termici.
Come funziona? È molto semplice: un produttore di grano può sottoscrivere una polizza pagando un premio alle assicurazioni che viene coperto per il 65% dal Ministero (Mipaaf); se i ricavi annui scendono di almeno il 20% rispetto alla media triennale del ricavo per ettaro, il produttore di grano riceve dalla compagnia un indennizzo per la perdita di reddito, indennizzo pari alla differenza tra le media triennale dei ricavi e l’introito effettivo dell’annata in corso. Per l’avvio della sperimentazione è prevista anche una riassicurazione di Ismea, per offrire alle compagnie assicurative una protezione da eventuali perdite nella prima fase di lancio delle polizze.
Il ministro Maurizio Martina ha spiegato in questi termini il senso dell’assicurazione sui ricavi per il settore cerealicolo italiano: “saremo i primi in Europa a sperimentare un’assicurazione sui ricavi per i produttori di grano. Si tratta di uno strumento concreto di tutela del reddito per gli agricoltori e risponde in maniera più efficace all’esigenza di proteggere le aziende rispetto al passato. In particolare in una produzione come quella cerealicola, esposta a fluttuazioni di mercato e all’influenza di variabili internazionali, diventa fondamentale che le imprese possano programmare meglio la produzione e avere un meccanismo di protezione in caso di crollo del prezzo. Lo abbiamo visto quest’anno quando le quotazioni sono scese fino a 18 centesimi al chilo. Un prezzo che non consente nemmeno di recuperare i costi di produzione. Con l’assicurazione ci sarebbe stato un indennizzo immediato rispetto a queste perdite“.