Sarebbe stato il matrimonio del secolo tra colossi del food ma le trattative si sono bloccate: Kraft ha ritirato l’offerta da 143 miliardi di dollari per Unilever, è la fusione è sfumata.
Di Kraft abbiamo parlato un anno fa qui su Universofood quando c’è stata la fusione Kraft-Heinz. La Kraft Heinz Company – controllata con il 51% delle azioni dalla finanziaria Berkshire Hathaway dell’imprenditore e value investor statunitense Warren Buffett e dalla società di private equity 3G Capital dell’imprenditore brasiliano Jorge Paulo Lemann – è un colosso con una forte penetrazione nel settore alimentare, e ha la proprietà – tra i tanti – di marchi molto noti al pubblico italiano come Philadelphia, Sottilette Kraft, Maionese Kraft, Oro Saiwa, Tuk, Hag, Milka, Splendid, Fonzies, Ritz, Cipster, Fattorie Osella, ketchup e salsa barbecue Heinz, biscotti Plasmon, prodotti dietetici Aproten, prodotti per celiaci BiAglut, omogeneizzati Nipiol. La Unilever – di cui abbiamo parlato qui su Universofood quando ha acquisito il marchio italiano di gelaterie Grom – è una multinazionale anglo-olandese che nel settore alimentare detiene – oltre a Grom – marchi come Lipton, Algida, Magnum, maionese Calvé, dadi Knorr, margarine Gradina e Foglia d’oro, e tanti altri, oltre ad avere una capillare presenza nei comparti detersivi, profumi e prodotti per l’igiene personale.
La vicenda Kraft – Unilever si svolge tutta tra il 16 e il 19 febbraio 2017. Kraft presenta un’offerta da 143 miliardi di dollari per acquisire Unilever – 50 dollari per azione con 30,23 dollari cash e il resto in azioni (offerta corrispondente a un premio del 18% sul valore della società). Lo scopo – precisa Kraft in un comunicato stampa – è quello di “creare un gruppo leader nel settore dei beni di consumo, con una missione di crescita a lungo termine”. Con la fusione – che sarebbe la seconda operazione cross-border di tutti i tempi, dopo l’acquisizione di Mannesmann da parte di Vodafone nel 1999 per 172 miliardi – nascerebbe un colosso da oltre 200.000 dipendenti, un valore complessivo di 240 miliardi, e ricavi annui per 85 miliardi (secondo posto nel settore food, dopo i 91 miliardi di Nestlé). Ma Unilever rifiuta precisando – in un comunicato stampa – che “questa offerta fondamentalmente sottovaluta Unilever, e non ne vediamo il valore, né finanziario né strategico, per i nostri azionisti”. Infine Kraft ritira l’offerta, e la vicenda si conclude. Sullo sfondo della mancata fusione – come ha spiegato il Financial Times – ci sono anche questioni politiche e potrebbe esserci stato un intervento del premier Theresa May: la Unilever, multinazionale anglo-olandese, ha più di 7.500 dipendenti nel Regno Unito, e in una fase delicatissima per la politica britannica – con la svalutazione della sterlina dopo il referendum sulla Brexit – le società britanniche diventano più contendibili e si temono acquisizioni da parte di aziende estere con ripercussioni negative in termini occupazionali e strategici.