Sono stati diffusi il 4 agosto i dati Ismea sui consumi alimentari in Italia nel primo semestre 2016: l’agroalimentare italiano scende nei consumi interni, dopo la lieve ripresa del 2015.
Dopo la “ripresina” del 2015 (+0,3% rispetto al 2014, che aveva segnato un -1,1% rispetto al 2013) gli acquisti di prodotti alimentari delle famiglie italiane – secondo i dati ufficiali Ismea – tornano a scendere: nel primo semestre del 2016 la spesa alimentare in Italia segna complessivamente (cibi e bevande) un -1,2% in valore rispetto al primo semestre del 2015. Per i generi alimentari il calo complessivo è dell’1,3% (nel 2015 rispetto al 2014 i consumi erano rimasti stabili), per le bevande alcoliche e analcoliche è dello 0,6% (nel 2015 rispetto al 2014 i consumi erano cresciuti del 3,2%). Tra i generi alimentari i dati peggiori sono quelli del comparto carni (-6,1%), dei salumi (-5,6%), del latte e derivati (-3,4%), degli ortaggi (-1,3%) e delle uova fresche (-0,2%). Rimangono stabili le vendite di oli e grassi vegetali (0%), mentre salgono i derivati dei cereali (+0,3%), la frutta (+1,1%) e il comparto pesce e prodotti ittici (+2%). Tra le bevande alcoliche e analcoliche il comparto vini e spumanti (confronto primo semestre 2016 – primo semestre 2015) scende complessivamente dell’1,1% (nel 2015 rispetto al 2014 era sceso dello 0,3%), mentre le altre bevande (bevande analcoliche e bevande “spiritose”, cioè liquori) scendono dello 0,4% (nel 2015 rispetto al 2014 erano cresciute del 4,7%). Con una precisazione importante: tutti questi dati sono influenzati dall’andamento fortemente negativo dei prodotti alimentari (cibi e bevande) freschi e sfusi (-5,8%), mentre i prodotti alimentari confezionati crescono in valore dell’1,2%
La situazione più critica è quella delle carni. I consumi – come detto – sono scesi nel primo semestre 2016 del 6,1%, ed erano già diminuiti pesantemente nel 2015 rispetto al 2014 (-5,7%). Crollano in particolare le carni suine (-9,1% nel primo semestre 2016, -8,8% nel 2015), ma i dati sono negativi anche per le carni bovine (-5,7% nel primo semestre 2016, e un calo analogo nel 2015) e le carni avicole (-4,5% nel primo semestre 2016, -1,1% nel 2015). Tra i salumi (che come si è detto scendono complessivamente del 5,6% nel primo semestre 2016, a fronte di una contrazione soltanto dell’1% nel 2015), il dato peggiore è quello dei wurstel, con vendite scese in valore addirittura del 19%, ma vanno male anche i prosciutti crudi (-4,4%) e cotti (-3,8%). Il calo degli ortaggi (complessivamente -1,3%) sarebbe molto più pronunciato se non fosse per il trend molto positivo della patate (+16,2%). Nel comparto lattiero-caseario il dato medio negativo (-3,4%) è legato soprattutto al calo dei consumi di latte (-6,1%) e di formaggi (-3,4%), mentre il segmento degli yogurt la spesa – nel primo semestre 2016 rispetto al primo semestre 2015 – risulta invariata. Tra i derivati dei cereali (+0,3% nel complesso) sono positivi i dati del riso (+3,6%), degli gnocchi (+2,7%), della pasta fresca (+1,8%), dei dolci da ricorrenza (+6,8%) e delle basi per pizza (+3,8%), mentre scendono i consumi di pane e sostituti (-0,3%) e dei prodotti per la prima colazione (-0,8%), e restano invariati (0%) i consumi di pasta secca. Nel comparto della frutta (nel complesso +1,1%) vanno bene soprattutto gli agrumi (+5,8%) e la frutta in guscio (+9,2%), mentre calano i consumi di frutta trasformata (-0,7%) e in particolare i consumi di succhi di frutta (-3,6%). Nel comparto pesce e prodotti ittici (nel complesso +2% nel primo semestre 2016, dopo il +4,3% del 2015 rispetto al 2014) vanno bene soprattutto i prodotti freschi e decongelati (+4%), crescono leggermente i consumi di conserve (+0,1%) e scendono gli affumicati (-0,3%). Nel settore delle bevande (complessivamente -0,6%, con un -1,1% per vini e spumanti e un -0,4% per bevande analcoliche e spiritose) è importante segnalare il dato positivo delle acque minerali in bottiglia (+1,6% nel primo semestre 2016, dopo un significativo +8,9% nel 2015 rispetto al 2014), il lieve calo delle birre (-0,1% nel primo semestre 2016, dopo un ottimo +6% nel 2015), il calo significativo dei vini (-4,1%), e l’ottima crescita – in controtendenza – degli spumanti (+10,8%), che vanno forte anche nell’export.