Si intitola “Where Chefs Eat” ed è una guida ai ristoranti e ai bistrot preferiti dai migliori chef del mondo. Il libro, edito nell’edizione originale da Phaidon, è uscito anche in edizione italiana, pubblicato dalla casa editrice L’Ippocampo (pagg. 979, euro 19,90).
L’autore del libro è il critico gastronomico Joe Warwick, che è tra l’altro il co-fondatore del premio The World’s Best Restaurants, di cui abbiamo già scritto qui su Universofood. L’idea originale che distingue questo libro dalle altre guide ai ristoranti come la Michelin o il Gambero Rosso è la scelta dei recensori, che non sono come d’abitudine dei critici gastronomici: sono gli stessi chef a indicare quali sono i loro ristoranti preferiti, ovvero dove preferiscono mangiare mettendo da parte – ovviamente – il proprio ristorante. Un’idea – questa – che è in piena sintonia con lo “spirito dei tempi”, in un periodo in cui i grandi cuochi sono sempre di più delle vere e proprie star e dei punti di riferimento anche in televisione e sul web, dove gli utenti più esigenti certamente non si accontentano della consultazione di Tripadvisor.
Gli chef scelti da Joe Warwick sono 630, provenienti da 70 diversi Paesi. Tra gli chef ci sono anche nomi di primissimo piano, come Massimo Bottura, Ferran Adrià, Yotam Ottolenghi, Heinz Beck, Gualtiero Marchesi, Davide Oldani, Moreno Cedroni, e René Redzepi. All’Italia vengono dedicate 30 pagine, con 135 ristoranti recensiti, non solo ristoranti stellati, ma anche ristoranti per un pubblico più ampio (per ogni ristorante viene indicata la fascia di prezzo, su tre livelli: economico, accessibile, costoso).
La filosofia della guida “Where Chefs Eat” è spiegata dall’autore – nell’introduzione al libro – in questi termini: “fino a non molto tempo fa l’idea di una guida basata sulle segnalazioni degli chef sarebbe sembrata quantomeno stravagante: i cuochi cucinavano, spettava ai critici gastronomici e agli ispettori dirci dove mangiare. Benché questa regola sia tuttora valida, gli chef hanno acquistato influenza anche fuori dalle loro cucine, mentre la schiera dei critici tradizionali combatte per sovrastare il chiacchiericcio imperversante sul web, dove ognuno può dire la sua. Sembra quindi più che sensato rivolgersi a un grande chef quando si cerca una segnalazione attendibile in questo mare di pareri di ogni genere“.