Siccità 2022: la carenza di precipitazioni sta causando danni molto gravi per il settore agricolo italiano, con un impatto che la Coldiretti stima in circa 3 miliardi di euro.
Tutte le associazioni di categoria, dalla Coldiretti alla Cia a Confagricoltura, stanno lanciando congiuntamente l’allarme: la siccità 2022 sta determinando una situazione molto difficile per gli imprenditori del settore agroalimentare italiano, già duramente provati dalle conseguenze della guerra della Russia in Ucraina e dall’aumento dei costi dell’energia, dei carburanti, dei fertilizzanti e degli imballaggi. La coltivazione del pomodoro tardivo e di molti ortaggi spesso non può essere nemmeno avviata perché manca l’acqua per irrigare, mentre per la frutta (albicocche, ciliegie, pesche, susine, pere, mele, ecc.) la riduzione della produzione – a causa della siccità – è in media del 35%, con numeri peggiori per meloni e cocomeri. Per quanto riguarda il mais e la soia la riduzione della produzione, per via della carenza d’acqua, è del 50%, per il grano e le colture cerealicole il calo è intorno al 25%, e nella produzione di olive e olio la contrazione della produzione supera in media il 40%.
Inoltre la produzione dei foraggi per l’alimentazione degli animali sta calando, a causa della siccità 2022, del 60%, e i foraggi bruciati dal caldo fanno lievitare i costi – nelle aziende del settore allevamento – per acquistare il cibo per gli animali, mentre nei campi l’irrigazione di soccorso per ovviare alla mancanza di precipitazioni non è in grado di bloccare il calo della produzione agricola e porta a un ulteriore aumento dei costi per le imprese. Con una situazione molto critica anche nel bacino padano, che rappresenta oltre il 30% della produzione agroalimentare Made in Italy e che deve fare i conti con il Po in secca e con il cuneo salino che è già avanzato per 21 chilometri (il livello molto basso del fiume permette al mare Adriatico in alta marea di penetrare e di cambiare le caratteristiche dell’acqua, che da dolce diventa salmastra, diventando inutilizzabile per le colture e per l’irrigazione agricola).
Il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini a questo proposito ha spiegato: “a fronte di una crisi idrica la cui severità si appresta a superare quanto mai registrato dagli inizi del secolo scorso, deve essere dichiarato subito lo stato di emergenza nei territori interessati, con l’intervento del sistema della Protezione civile per coordinare tutti i soggetti coinvolti, Regioni interessate, Autorità di bacino e Consorzi di bonifica, e cooperare per una gestione unitaria del bilancio idrico“.
E anche secondo il Presidente della Cia, Cristiano Fini, “serve un intervento rapido del Governo per rispondere all’emergenza, mettendo in campo soluzioni a tutela di cittadini e imprese agricole. C’è bisogno di misure concrete, di interventi seri di manutenzione della rete idrica per un miglior utilizzo delle acque, ma anche di nuove opere di irrigazione, da piccoli invasi distribuiti per accrescere la resistenza dei territori a grandi impianti di desalinizzazione dell’acqua di mare, come in Israele, utilizzando in maniera efficiente ed efficace in primis i fondi del PNRR. Inoltre, per Cia, sono necessari nuovi strumenti di assicurazione, tanto più che quelle che un tempo erano anomalie climatiche oggi stanno diventando la cronaca di tutti i giorni“.
Mentre Confagricoltura, in un comunicato stampa, ha dichiarato: “è necessario che venga dichiarato lo stato di emergenza per la gestione della risorsa idrica e di calamità naturale per il settore agricolo. Altrettanto urgente è il rilascio per uso irriguo delle acque dai bacini idroelettrici anche se in questa annata, in cui si chiede di produrre di più, c’è anche rischio di carenza energetica. L’incremento del prelievo di acqua dovrà essere effettuato anche attraverso deroghe al deflusso minimo vitale dei fiumi prevedendo, per almeno 60 giorni, una riduzione del 70% degli attuali livelli. Confagricoltura, inoltre, chiede una proroga del credito in favore delle imprese agricole per affrontare i costi di irrigazione destinati a raddoppiare. Sul medio e lungo periodo, per Confagricoltura è fondamentale realizzare le infrastrutture irrigue previste dal PNRR e avviare una rimodulazione del Piano per recuperare ulteriori risorse da destinare all’emergenza. La crisi della siccità è non solo italiana, ma riguarda molti altri Paesi membri della Ue. A riguardo, in Spagna, il governo ha già deciso di intervenire a sostegno delle aziende agricole con un fondo da 400 milioni di euro“.