San Daniele Dop: i numeri relativi all’ultimo anno segnalano – per il celebre prosciutto crudo friulano – un’importante crescita nei fatturati e nelle vendite.
Il San Daniele, classico prosciutto crudo stagionato (da cosce di suino italiano, con stagionatura di almeno tredici mesi, con aggiunta di sale marino e senza additivi e conservanti) è prodotto nell’omonimo comune del Friuli Venezia Giulia, è un’eccellenza del food Made in Italy, è riconosciuto in Italia come prodotto tipico dal 1970 (Legge n. 507 del 4 luglio), è registrato a livello europeo come prodotto DOP, è rappresentato – a partire dal 1961 – dal Consorzio, che ha compiuto sessant’anni l’anno scorso, ed è tutelato per legge attraverso piani di regolazione che fissano i limiti annui di produzione consentita stabilizzando valori e quotazioni. La filiera del San Daniele Dop comprende oggi 31 stabilimenti di lavorazione, oltre che – a monte – 45 macelli e 3.626 allevamenti autorizzati.
I numeri pubblicati dal Consorzio a febbraio 2022 – numeri relativi all’anno 2021 – segnalano un quadro molto interessante, con un fatturato di 350 milioni di euro, in aumento del 14% rispetto al 2020, con dati positivi anche per quanto riguarda il pre-affettato (+8% di vendite rispetto al 2020, con 23,1 milioni di confezioni certificate, equivalenti a 465 mila prosciutti e a un peso di 2,15 milioni di kg), e con un export che ha coperto il 17% della produzione (mentre l’83% della produzione è stata destinata alla vendita sul mercato interno italiano). Le esportazioni di San Daniele Dop sono state nel 2021 per il 56% nei Paesi europei e per il 44% in ambito extra-Ue.