Nuovo capitolo nella controversa questione dell’utilizzo di prodotti geneticamente modificati nell’industria alimentare.
La Food and Drug administration, l’autorità Usa che sorveglia la sicurezza di medicinali e alimenti, ha annunciato un periodo di consultazioni di 60 giorni al termine del quale deciderà se autorizzare o no la vendita del salmone transgenico.
Nello specifico, questo pesce sarebbe un salmone Atlantico, con il dna modificato con quello del salmone Chinhook e del merluzzo, che raggiunge il peso adatto per la vendita in diciotto mesi anziché in tre anni. Se alla fine la decisione fosse positiva, il salmone sarebbe venduto già entro i prossimi 18 mesi.
Se però, come spesso abbiamo visto, le autorità competenti (Food and Drug Administration negli Usa, organismi comunitari in Europa), sembrano “aperte” nei confronti dei nuovi prodotti OGM, la popolazione e l’opinione pubblica rimangono timorose nei confronti di queste novità. Quasi 3 italiani su 4 sono contrari infatti al super salmone transgenico nel piatto secondo l’indagine Coldiretti/Swg dalla quale emerge che il 72% dei cittadini italiani che esprimono una opinione ritiene che i prodotti alimentari contenenti organismi geneticamente modificati (Ogm) siano meno salutari rispetto a quelli tradizionali.
È quanto afferma la Coldiretti che sottolinea come di fronte a un’escalation nell’applicazione delle biotecnologie al regno animale, con modificazioni genetiche e clonazioni, occorre intervenire tempestivamente con un adeguamento delle normative comunitarie per impedire l’importazione di questa preoccupante novità di cui non si sente certamente il bisogno.
(Da www.adnkronos.it)