Continuano i controlli sulle merci contraffatte. Dopo già diverse operazioni compiute quest’estate i carabinieri del Nas di Salerno hanno sequestrato in un deposito all’ingrosso confezioni di conserve di pomodoro cui si stava alterando l’etichetta e di passate stoccate in condizioni non adeguate.
Il sequestro, eseguito in collaborazione con personale dell’Asl territoriale, ha interessato 75mila barattoli di produzione italiana destinati al mercato estero di una nota marca cui venivano rimosse le etichette originali per apporvene altre anche con data di scadenza posticipata senza autorizzazione dell’azienda e 131mila bottiglie esposte alla luce del sole e alle temperature alte di agosto nel cortile della struttura, per complessive 128 tonnellate di prodotto del valore stimato di 200mila euro.
Il titolare del deposito è stato denunciato. Nei giorni scorsi, sempre nel salernitano, i militari del Nas avevano sequestrato già 17 tonnellate di pomodori pelati, residuo di produzione del 2009, stoccate in un’area interrata di un’azienda conserviera nonché l’intera produzione attuale in via cautelativa, in attesa delle analisi.
Secondo la Coldiretti le frodi e le troppe furbizie mettono a rischio il futuro di un settore simbolo del Made in Italy come le conserve di pomodoro con operatori senza scrupoli che non rispettano i contratti e sottopagano, su valori insostenibili per gli agricoltori, la produzione nazionale che quest’anno è stimata in calo del 10% e di buona qualità. Un’iniziativa a tutela della produzione nazionale di qualità che offre reddito e occupazione per ottomila aziende italiane che su 85mila ettari di terreno coltivano pomodoro da destinare alle 173 industrie nazionali dove trovano lavoro 20mila persone. Nelle campagne si segnalano ritardi nel ritiro dei prodotti, clausole vessatorie e mancato rispetto delle regole contrattuali che stanno provocando incertezza e danni ai produttori agricoli nonostante una annata caratterizzata da una produzione con ottime caratteristiche qualitative.
La mancanza dell’obbligo di indicare in etichetta per tutti i derivati del pomodoro la reale origine del prodotto consente di sottopagare il prodotto nazionale agli agricoltori (ben al di sotto dei 72 euro a tonnellata previsto dai contratti) e di spacciare come Made in Italy ai consumatori il concentrato di pomodoro proveniente dalla Cina le cui importazioni sono praticamente quadruplicate (+272%) in Italia negli ultimi dieci anni, secondo una analisi della Coldiretti sulla base dei primi cinque mesi del 2010. Il quantitativo che sbarca in Italia dalla Cina dovrebbe superare a fine anno i 100 milioni di chili e corrisponde a quasi il 15 per cento della produzione di pomodoro fresco italiana destinato alla trasformazione realizzata in Italia. Dalle navi sbarcano fusti di oltre 200 chili di peso con concentrato da rilavorare e confezionare come italiano.
Il pomodoro è il condimento maggiormente acquistato dagli italiani che si stima consumano in famiglia circa 550 milioni di chili di pomodori in scatola o in bottiglia. Ogni famiglia durante l’anno acquista almeno 31 kg di pomodori trasformati e, a essere preferiti, sono stati nell’ordine i pelati (12 Kg), le passate (11 Kg), le polpe o il pomodoro a pezzi (5 Kg) e i concentrati e gli altri derivati (3 Kg). L’anno scorso la produzione globale di pomodori è stata di 5,73 miliardi di chili con la coltivazione dei pomodori che e’ divisa equamente in Italia tra il 50% del Nord e il 50% del Sud. In assoluto la parte del leone al Nord la fanno l’Emilia Romagna, la Lombardia, il Veneto e una parte del Piemonte. Al Sud invece, la produzione si concentra in Puglia, Basilicata e Campania. Poi ci sono anche Toscana e Lazio che hanno una quota rilevante di produzione. Passate, polpe, pelati e conserve che si ricavano dal pomodoro italiano valgono, secondo le stime di Coldiretti, 2 miliardi all’anno di valore in termini di vendite.
(Da www.italiaatavola.net)