Latte, formaggi, yogurt: come sono andate le vendite nel 2016 sul mercato interno italiano e nell’export? Vediamo tutti i dati.
I numeri – diffusi a gennaio 2017 – sono dati Ismea ed elaborazioni Ismea su dati Nielsen e Istat (le elaborazioni sono su base dati relativa ai primi otto mesi dell’anno ma offrono una panoramica chiara delle tendenze in atto). Sul mercato interno la crisi prosegue e il 2016 – rispetto al 2015 – segna un’ulteriore contrazione nei consumi sia di latte che di formaggi, mentre “si salvano” gli yogurt. Il latte fresco e il latte uht – nel 2016 in confronto al 2015 – perdono entrambi sul mercato italiano il 4% in volume e il 3% a valore (perdono meno a valore perché i prezzi sono in media aumentati). I formaggi scendono complessivamente del 2,7% in volume e del 3,3% a valore (in questo caso il prezzo medio è diminuito), a causa di una contrazione delle vendite dei formaggi molli e semiduri, mentre le vendite dei formaggi duri restano stabili. A “salvarsi” sul mercato interno italiano sono soltanto gli yogurt, che nel 2016 rispetto al 2015 crescono in quantità vendute del 2%, anche se a valore raggiungono un risultato analogo a quello del 2015 e non crescono perché il prezzo medio è diminuito da un anno all’altro. Il 75% dello yogurt venduto in Italia è yogurt intero, ma gli yogurt light hanno un trend di crescita maggiore (+3,5%).
Diversa è la situazione sul fronte dell’export, che è in crescita. Complessivamente nel 2016 le esportazioni di latte e derivati segnano un +4% a valore rispetto al 2015. A trainare l’export è naturalmente il comparto dei formaggi, le cui esportazioni crescono nel 2016 del 6,2% in volume e del 6,1% a valore. L’unica eccezione negativa all’interno del comparto è costituita dal Pecorino, che nell’export 2016 segna un -12% a valore e -7,3% in volume, mentre vanno forte i grattugiati (+16,2% in volume, +11,7% a valore), i formaggi freschi e latticini (+7% in volume, +10,7% a valore), e gli erborinati (+8% in volume, +6,3% a valore). I due giganti del comparto caseario Made in Italy – il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano – non mettono a segno percentuali di crescita eclatanti ma mostrano comunque un trend positivo (+2,6% in volume e +1,7% a valore nell’export 2016).