Come si crea un profumo, una suadente fragranza che possa rimanere nel cuore ma anche impressa negli ambienti o sulla nostra pelle? Lo abbiamo chiesto all’esperto maestro sensoriale Marco Bazzara, Sensory Project manager e Academy Director della Bazzara Academy.
Come si crea un profumo? E come riesce a persistere nell’ambiente? Un profumo, tecnicamente definito fragranza, è una complessa miscela di materie chimiche naturali e sintetiche, anche centinaia, sapientemente equilibrate per creare il bouquet perfetto. Ma un profumo è anche arte, sensazioni. Attraverso l’olfatto è possibile innamorarsi, rievocare luoghi e ricordi lontani, momenti vissuti. Ma come si crea un profumo? Lo abbiamo chiesto a Marco Bazzara, Sensory Project manager e Academy Director della Bazzara Academy.
“Per ottenere un prodotto della profumeria alcolica, la fragranza viene miscelata in alcool di buon gusto e una parte di acqua depurata, lasciata maturare. Dopodiché viene refrigerata e una volta filtrata viene imbottigliata. A seconda dei dosaggi, si può ottenere una classificazione specifica”.
Il profumo è vivo sulla pelle e si evolve con i suoi tempi. Perché? Cosa significa? “Le materie prime hanno volatilità diverse – spiega Marco Bazzara -, evaporano con tempi differenti, chi più in fretta e chi più lentamente, perché le molecole che le compongono sono più o meno pesanti chimicamente. Inizialmente sentiremo le cosiddette note di testa, quelle che evaporano per prime, le più leggere chimicamente; dopo 5/10 minuti sentiremo le note di cuore, quelle che hanno una volatilità intermedia; infine potremo assaporare le note di fondo, quelle più pesanti chimicamente, che rimangono più a lungo sulla pelle, quelle che Chanel chiama ‘il ricordo’ “.
In un profumo è dunque possibile riconoscere essenzialmente tre tipi di note aromatiche:
• Note di testa: “sono le prime che si avvertono nel naso perché le più volatili chimicamente. Sono quelle che danno l’idea iniziale del profumo e che persistono per circa 10-15 minuti. Poi sono le prime a svanire. Si tratta soprattutto degli agrumi, delle aldeidi, ma a volte anche qualche nota di cuore come spezie e qualche fiore.
• Note di cuore: “si cominciano a sentire dopo 5/10 minuti. Rappresentano il cuore del profumo, le materie prime che si legano alla pelle per qualche ora. Sono fiori, frutti, spezie, note aromatiche, come lavanda e rosmarino. Sono spesso quelle che caratterizzano il tipo di profumo”.
• Note di fondo: “sono il ricordo che permane sulla pelle, le molecole che più amano il contatto, le più pesanti chimicamente, le più durature: sono i legni, l’ambra, il muschio bianco, le note animaliche, ma anche note dolci o gourmand come la vaniglia, per esempio. Danno al bouquet la forza, il volume e la persistenza; rappresentano il vero profumo che si sente per ore sulla pelle”.
“Un profumo ha una struttura a forma di piramide, con proporzioni diverse tra note di testa, di cuore e di fondo. Il tipo di piramide olfattiva porta a classificare i profumi in famiglie olfattive: si hanno famiglie caratterizzate da una testa molto importante e magari un fondo più leggero come, per esempio, le Acque di Colonia, mentre altre, come le Orientali, sono caratterizzate da un fondo molto importante e una testa meno forte. A seconda del tipo di profumo si hanno quindi anche caratteristiche di durata maggiori o minori, proprio per la diversa chimica delle materie prime e per il tipo di piramide olfattiva: un’Acqua di Colonia che presenta una testa molto importante e note di fondo molto limitate sarà più fresca ma molto meno persistente di un profumo Fiorito o Orientale che presentano materie prime che durano molto più a lungo sulla pelle” conclude Marco Bazzara.