Trieste è una città che ha tanto da offrire e i turisti se ne sono accorti già da tempo. L’incremento dei flussi è in continua crescita, a dimostrarlo i dati di quest’ultima estate dopo lo “stop forzato” causato dalla pandemia. A riscuotere un particolare interesse è l’aspetto esperienziale del patrimonio culturale locale: tra questi immancabile la cultura del caffè.
Tantissime le aziende, le accademie e i professionisti specializzati nel settore. “La città di Trieste ha da secoli un rapporto strettissimo con questa bevanda – afferma Franco Bazzara, Presidente dell’omonima torrefazione triestina a conduzione familiare nata più di 50 anni fa sita nel cuore della città e che oggi produce ed esporta caffè di ottima qualità -. Gli italiani, e i triestini in particolare, sono detentori di un patrimonio che va valorizzato come bene collettivo”.
Non solo una bevanda energizzante e che scalda il cuore, il caffè è molto di più, significa valore, cultura, condivisione e tradizione. “Trieste è riconosciuta a livello internazionale come storica capitale del caffè espresso. Questo riconoscimento è stato conquistato con fatica e passione, in tre secoli di tradizione caffeicola portata avanti da un intero comparto di filiera presente in città” prosegue.
La TriestEspresso Expo
Sono molteplici le importanti ricadute sulla città che il caffè – e gli eventi ad esso collegati – produce: per fare un esempio non possiamo non citare la TriestEspresso Expo, fiera internazionale che ad ottobre celebrerà la sua decima edizione e il conseguente positivo avvento di turisti appassionati, esperti, professionisti e non solo che la manifestazione riesce ad attirare. “Durante l’evento la città pullula di vita, i ristoranti sono pieni, così come bar e hotel – continua Franco Bazzara -, ecco perché il mondo del caffè è rilevante per il settore dell’ospitalità e ristorazione italiana”.
“Questa fiera, dedicata ad un prodotto straordinario che il mondo ci invidia, la conoscono tutti ed è uno dei gioielli di Trieste, dove migliaia di persone arrivano da tutta Italia e non contribuendo così alla crescita della città. Il caffè, dunque, non è solo storia, ma anche importante motore economico per tante realtà cittadine e momento di esperienza per il turista”.
Una lunga tradizione creata da professionisti
Passeggiando per i vicoli e tra gli eleganti caffè storici è molto facile, anche per un turista distratto, imbattersi piacevolmente nella cultura locale del caffè, in discorsi sulla qualità dell’espresso servito nei bar, ma è possibile anche incontrare curiosi personaggi che, tecnici della materia, assaggiano professionalmente, analizzano e realizzano le miscele.
“Trieste vanta una tradizione di oltre tre secoli che attualmente si traduce in: una florida attività caffeicola con importatori d’eccellenza e professionalità altamente specializzate nel settore, dall’assicuratore allo spedizioniere; molte torrefazioni note anche a livello internazionale, soprattutto per la produzione di espresso; il principale porto italiano per l’importazione dei chicchi; splendidi caffè storici e centri di ricerca e di formazione di altissimo livello dediti al caffè; l’Associazione di categoria più antica in Italia e fra le più antiche al mondo ancora attiva; uno dei pochi impianti di decaffeinizzazione in Europa e il primo impianto moderno per la lavorazione del caffè (Pacorini Silocaf, ma anche la Demus che si occupa di decaffeinizzazione); eventi di grande rilievo locale, nazionale e internazionale, come il Festival del Caffè, il Trieste Coffee Experts dove vengono invitati una cinquantina tra i massimi esperti a discutere del futuro del caffè e appunto la TriestEspresso Expo. Una simile concentrazione di know how caffeicolo, indotto economico di settore e una compresenza così completa di filiera non si trova in altre città italiane e difficilmente all’estero”.
Ma non è solo una questione di numeri e di dati, ma di cultura, di vissuto cittadino: l’aroma di caffè si respira nell’aria, portato dalla Bora. La cultura del caffè ha davvero radici lontane. Basti pensare che qui è nata la prima Borsa del Caffè, a inizio Novecento, e che l’Associazione Caffè Trieste è la stata la prima di settore in Italia e la terza in Europa, dopo Amburgo e Amsterdam. Nei suoi annali annovera grandi nomi – Ernesto Illy, Vincenzo Sandalj, Alberto Hesse, Primo Rovis – e personaggi che tutto il mondo del caffè, e non solo, ci invidia.
“È incredibile la sensazione che si può provare semplicemente camminando nei magazzini portuali, in mezzo a montagne di chicchi provenienti dai posti più esotici e lontani del pianeta, dalla Colombia al Kenya, dall’Etiopia al Costarica. Ogni provenienza di caffè ha un suo ‘profumo’ unico e i sacchi sono come delle mappe da decifrare, che ti catturano e incuriosiscono per i colori, i nomi, le grafiche, i simboli, uno diverso dall’altro.
Insomma, siamo custodi di una tradizione, ecco perché il servizio deve essere di qualità, dai rinomati caffè storici del centro sino al più remoto piccolo bar di periferia.
Come dimenticare, quando dai paesi dell’Est venivano tantissimi visitatori creando code lunghissime di automobili e bus? Tutto ciò avveniva non per un grande evento o concerto internazionale, tantissime persone venivano a Trieste per comprare caffè nello storico locale di Piazza Goldoni. Lì si smerciavano chili e chili di caffè destinati a fare lunghi viaggi nei Balcani e non solo. Trieste è un’importante filiera interamente dedicata all’espresso, dalla logistica alla divulgazione. Un risultato maturato non solo attraverso le vicende storiche cittadine ma anche fortemente voluto da alcune realtà locali che ne hanno compreso il valore e il potenziale, continuando a svilupparlo: tante opportunità dunque anche per i turisti che dopo una visita ricordano con piacere la città grazie alla lunga tradizione del caffè triestino. Molte le iniziative promosse per i visitatori appassionati, tra questi ad esempio i corsi di formazione della Bazzara Academy dedicati proprio a chi decide di fare un salto in città” afferma Franco Bazzara.
Il turismo del caffè
Il turismo alimentare è considerato altamente strumentale allo sviluppo regionale e alla creazione di valore. Se invece si vuole analizzare nello specifico i benefici che il turismo produce sul mercato del caffè, si scopre che questa materia prima è una delle più consumate a livello mondiale e i luoghi a vocazione turistica di coltivazione del caffè che abbiano aperto al pubblico le loro fattorie e piantagioni stanno riscontrando un notevole successo commerciale grazie alla curiosità dei visitatori. L’agriturismo del caffè può contribuire a creare immagini, percezioni ed esperienze basate sulla natura, favorendo la sostenibilità economica, sociale e ambientale, incoraggiando consumi sostenibili e aumentando la consapevolezza sulle questioni sociali, economiche e ambientali locali, favorendo, inoltre, la creazione di un legame con il territorio.
Di conseguenza, il turismo del caffè apporta benefici sia all’economia locale che al turista, è un settore dal potenziale enorme che potrebbe diventare strategico per formare nuovi modelli di business basati su un ecosistema sostenibile e all’avanguardia.
“Mi ha sempre colpito nel mio quasi mezzo secolo di attività nel mondo del caffè, che quando incontravo clienti e amici, proveniente dai Paesi confinanti, e non solo, tra i quali molti turisti, accennassero al fatto di essere a Trieste anche per bere finalmente un buon caffè. Alla mattina, infatti, negli hotel, durante il giorno, o nelle pause fra le visite a San Giusto, al castello di Miramare, o alla meravigliosa Piazza Unità e, perché no… spesso a fine cena, in uno dei tanti locali triestini.
Penso sempre che se turismo è uguale relax, o convivialità, o quotidianità, allora il caffè ci sta sempre. Sono certo che i turisti riconoscono l’espresso del cappuccino come uno dei simboli del Bel Paese, e lo cercano quindi, per goderne i benefici, e lo sappiamo che se è fatto a regola d’arte con una miscela di qualità… è un piccolo grande momento di gioia” conclude Franco Bazzara.
Un turismo sempre più esperienziale
Infine, ricordiamo che il turismo caffeicolo nel mondo sta diventando sempre più esperienziale, infatti, vengono organizzate visite guidate che oltre a mostrare la superba bellezza insita nelle piantagioni di caffè permettono al turista caffeicolo di godere di una ospitalità multiforme e divertenti attività come gite a cavallo, bagni termali, mini corsi dove imparare a ‘coltivare’ il caffè e molto altro.
Inizia qui, da parte del turista, una consapevolezza nel corso dei suoi viaggi, per chi ne ha la possibilità, di degustare il caffè in un’infinità di modi diversi: dal caffè turco, all’americano, scoprendo come si beve a Cuba, in Portogallo, a Sarajevo e così via: insomma, un’esperienza da non perdere.
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