Nuovi dazi Usa: le tariffe aggiuntive introdotte dagli Stati Uniti sull’importazione di prodotti europei colpiscono i vini francesi, mentre i vini italiani si salvano e vengono esentati ancora una volta dai dazi.
Mentre in Europa si spera che con l’elezione di Joe Biden possa a un certo punto cambiare qualcosa su questo fronte, nel frattempo prosegue la guerra dei dazi tra Stati Uniti e Unione Europea. Una guerra iniziata nel 2019, quando Trump – nel mese di ottobre – risponde agli aiuti dati dalla Ue ad Airbus con l’introduzione di una serie di dazi (+25% nella tassazione doganale) che hanno colpito la gran parte dei prodotti food & beverage europei esportati negli Usa, con poche eccezioni, tra le quali – oltre alla pasta, al prosciutto crudo, alla mozzarella di bufala e all’olio extravergine di oliva – vini e spumanti.
Intanto, il 10 novembre 2020, l’Unione Europea, che contesta a sua volta gli aiuti dati dagli Stati Uniti a Boeing, introduce dazi sull’importazione di prodotti Usa in Europa, colpendo anche (con un +25% nella tassazione) prodotti alimentari come il ketchup, il formaggio cheddar, le noccioline e le patate americane. Gli Stati Uniti rispondono subito introducendo – a partire dal 12 gennaio del 2021 – degli ulteriori dazi, che colpiscono – in ambito alimentare – i vini (più alcuni brandy) francesi e tedeschi, ma non i vini italiani, che anche questa volta vengono “risparmiati” ed evitano i dazi.
Si tratta di una notizia molto importante per un Paese – l’Italia – che vede negli Stati Uniti il primo mercato extraeuropeo per l’export dei propri prodotti agroalimentari, con 4,7 miliardi esportati ogni anno (dati 2019), e con un export vinicolo di 1,5 miliardi, sceso del 5% nell’anno 2020, pesantemente segnato dal Covid, ma pronto a ripartire con numeri potenzialmente in crescita.
La Coldiretti ha commentato in questi termini l’esclusione dei vini italiani dai nuovi dazi Usa: “il vino italiano è stato salvato ancora una volta dai dazi americani, che invece si sono accaniti di nuovo nei confronti della Francia, che è il principale concorrente del Made in Italy su quel mercato. Gli Stati Uniti sono il principale consumatore mondiale di vino, e l’Italia è il loro primo fornitore, con gli americani che apprezzano tra l’altro il Prosecco, il Pinot grigio, il Lambrusco e il Chianti“.