Tonno in scatola: il più importante prodotto dell’industria conserviera rappresenta un comparto interessante del food italiano, con numeri in crescita.
I dati più recenti, diffusi nel giugno del 2020 da Ancit (Associazione nazionale conservieri ittici e delle tonnare), segnalano che nell’anno 2019 sono state prodotte in Italia 74mila tonnellate di tonno, per un valore di mercato di 1,32 miliardi di euro. La crescita, rispetto al 2018, è dell’1,7% a valore e dello 0,25% in quantità. E nel 2020, durante le settimane del lockdown per l’emergenza Covid, le vendite di tonno in scatola sono aumentate del 33,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Gli italiani sono grandi estimatori del tonno in scatola (nel 2019 ne hanno consumate 153.00 tonnellate, cioè circa 2,5 kg pro capite), e lo apprezzano sempre di più quando è di produzione italiana: negli ultimi cinque anni, infatti (il confronto è tra il 2019 e il 2014), le importazioni sono diminuite dell’8,62%, attestandosi su quota 94.607 tonnellate. Nel frattempo (il confronto è sempre tra il 2019 e il 2014, a fotografare il trend degli ultimi cinque anni) sono aumentate del 24% le esportazioni di tonno italiano in scatola, raggiungendo nel 2019 la cifra di 25.703 tonnellate (+3,5% nel 2019 rispetto al 2018). L’export di tonno in scatola Made in Italy riguarda soprattutto i Paesi dell’Unione Europea, destinatari nel complesso di 18.700 tonnellate nel 2019, mentre soltanto 7mila tonnellate sono finite su mercati extraeuropei.
Il tonno si conferma, in ogni caso, il prodotto di gran lunga più importante del settore ittico conserviero italiano: nel 2019 la produzione di settore in Italia (pesce in scatola in generale, comprendendo tutti i pesci: tonno, sgombri, acciughe, sardine, ecc.) ha raggiunto un valore di mercato di 1,7 miliardi, e di questi 1,7 miliardi ben 1,32 miliardi (cioè il 78%) è riconducibile al tonno in scatola.