Capesante: lo scontro avvenuto al largo della Normandia tra i pescatori inglesi e francesi è l’episodio più grave di una vera e propria “guerra” per la pesca del pregiato mollusco.
Martedì 28 agosto 2018, nel Canale della Manica, a 22 km dalla costa francese (12 miglia), c’è stato un duro scontro tra pescatori inglesi e francesi: 35 pescherecci francesi hanno cercato di bloccare 5 navi da pesca inglesi, con reciproche collisioni e lanci di pietre e catene di metallo, senza feriti ma con danni alle imbarcazioni.
Si tratta dell’episodio più grave di una vera e propria “guerra” per le pesca delle capesante. In base alle leggi Ue le imbarcazioni britanniche possono pescare in acque europee fino a 12 miglia dalle coste francesi, in una zona nella quale si trovano circa 30mila tonnellate di capesante.
Il problema è dato dalla disparità di regole, dovuta al fatto che l’Unione Europea lascia liberi gli Stati di regolare autonomamente la pesca alle capesante: la Francia, per ragioni ecologiche e di sostenibilità ambientale (per consentire la riproduzione dei molluschi), consente la pesca alle capesante soltanto tra il primo ottobre e il 15 maggio, mentre il Regno Unito non pone restrizioni, a parte nel periodo che va dalla metà di maggio al primo di agosto. In questo modo si crea un paradosso: nei mesi estivi i pescatori francesi non possono pescare capesante, mentre gli inglesi possono farlo, e di fatto lo fanno – legalmente (posto che le capesante pescate siano di almeno 11 cm) – spingendosi fino a 12 miglia dalla costa francese. Quando viene riaperta la stagione della pesca i francesi fanno dunque i conti con dei fondali che sono già stati rastrellati dagli inglesi, che hanno già preso le capesante più facili da pescare, e che in questo modo stanno acquisendo la leadership anche nelle esportazioni del pregiato mollusco (in Italia – per esempio – secondo i dati Coldiretti vengono importate capesante per 27 milioni all’anno, e più della metà arriva dalla Gran Bretagna).
La situazione – paradossale e ingiustamente penalizzante nei confronti dei pescatori francesi – potrebbe però a breve andare incontro a una svolta e a un vero e proprio rovesciamento: dal 29 marzo del 2019 (la data ufficialmente prevista per la Brexit e l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea) i pescatori britannici – in quanto appartenenti a un Paese extra Ue – potrebbero perdere il diritto di pescare nelle acque europee limitrofe alla Francia. Secondo i sondaggi il 92% dei pescatori britannici ha votato in favore della Brexit, ma ora le possibili conseguenze per costoro appaiono preoccupanti, anche perché il settore ittico rappresenta soltanto lo 0,05% del Pil britannico, e quindi sarà probabilmente sacrificato per ottenere accordi più favorevoli con l’Unione Europea in altri settori più redditizi.
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