Canapa in Italia: secondo i dati diffusi dalla Coldiretti a maggio 2018, negli ultimi cinque anni i terreni coltivati sono aumento aumentati del mille per cento.
La coltivazione della canapa in Italia sta tornando ad essere un business. Si tratta di un ritorno perché nella prima metà del ‘900 (fino agli anni Quaranta) l’Italia era il secondo produttore di canapa al mondo, dopo l’Unione Sovietica. Nella seconda metà del ‘900 c’è stato un progressivo declino legato sia alla diffusione sul mercato di fibre sintetiche sia alle leggi contro gli stupefacenti, che hanno introdotto severe regole e limiti per le coltivazioni (Convenzioni Uniche sulle Sostanze Stupefacenti del 1961, del 1971 e del 1988; “legge Cossiga” del 1975). Negli ultimi anni, tuttavia, si sta cercando di rilanciare con successo il settore, anche grazie a un quadro legislativo che si è evoluto in senso più favorevole, culminando nella Legge numero 242 del 2 dicembre 2016 (“Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa”), che di fatto consente di coltivare la canapa in Italia senza richiedere alcuna autorizzazione speciale, posto che le piante siano certificate con contenuto di Thc al massimo dello 0,2% (e in ogni caso – se analizzate – non superino lo 0,6%), e con l’obbligo di conservare per almeno dodici mesi i cartellini delle sementi utilizzate (per le destinazioni alimentari possono invece essere usati solo i semi, in quanto privi di Thc).
In questo contesto – secondo i dati diffusi dalla Coldiretti – nell’agricoltura italiana sta nascendo una nuova stagione d’oro legata alla coltivazione della canapa, con circa 4mila ettari coltivati (cinque anni fa, nel 2013, erano circa 400, dunque c’è stato un aumento di dieci volte, pari a un +1000%). Gli utilizzi della canapa sono innumerevoli, sia in ambito food (per aromatizzare farine, olio, biscotti, tisane, pane, formaggi, birre, ecc.), sia a scopo ornamentale, sia per altri usi industriali (bioplastiche, cosmetici, pellet per il riscaldamento, eco-mattoni per la bioedilizia, tessuti e abbigliamento, ecc.). E c’è poi – come è noto – un uso della cannabis a fini terapeutici, con una coltivazione che però è al momento consentita esclusivamente presso lo stabilimento chimico-farmaceutico militare di Firenze.
Secondo il Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo “il boom della coltivazione della canapa è un’ottima dimostrazione della capacità delle imprese agricole di scoprire e sperimentare nuove frontiere e soddisfare i crescenti bisogni dei nuovi consumatori. Proprio da queste esperienze di green economy si aprono opportunità di lavoro nelle campagne, contribuendo alla crescita sostenibile e alla ripresa economica ed occupazionale del Paese”.