A Expo finito da pochi giorni, si continua e si continuerà ancora a lungo a discutere sul successo della manifestazione, sul numero di ingressi e su quanto indotto ha portato. Nel frattempo un’indagine Coldiretti/Ixè segnala quale è stata la spesa dei visitatori italiani, e quali prodotti alimentari gli italiani hanno apprezzato di più all’interno dei padiglioni Expo.
Le polemiche sui numeri di Expo sono iniziate ai primi di luglio, a due mesi dall’inizio, quando Gianni Barbacetto de Il Fatto Quotidiano ha messo in dubbio i numeri diffusi dal commissario Sala, e ha parlato di un flop totale di Expo. Sala ha poi risposto chiamando in causa un presunto problema di funzionamento dei tornelli, che avrebbero registrato un numero di ingressi inferiore a quello reale. Nel frattempo il numero di visitatori è cresciuto, e all’inizio di settembre era già chiaro che Expo Milano 2015 dal punto di vista dell’affluenza sarebbe stato in linea e probabilmente superiore rispetto all’Expo tedesco (Hannover 2000), e che in ogni caso non si sarebbe potuto parlare di flop. Expo è stato probabilmente un successo, anche se attendiamo ancora i numeri definitivi.
Nel frattempo abbiamo già delle indicazioni parziali, come l’indagine Coldiretti/Ixè sulla spesa dei visitatori italiani a Expo. Complessivamente gli italiani, per visitare l’Esposizione universale, hanno speso 2,3 miliardi, ma la metà dei visitatori (il 51%) non è andata oltre i 75 euro tra viaggio, ingresso e spese varie. Per mangiare all’interno di Expo (un tema – quello della ristorazione a Expo – che è stato attraversato negli ultimi mesi da due grandi polemiche: lo spazio dato a Eataly e le aperture serali) i visitatori italiani hanno speso in media 27 euro, con il 34% che ha provato sia un piatto italiano sia un piatto straniero, e il 32% che ha scelto invece soltanto la cucina italiana (il 25% ha scelto solo la cucina straniera, il 9% non ricorda o non risponde). Nonostante da mesi si parli dei prezzi per mangiare all’interno di Expo, per molti troppo alti, di fatto meno della metà dei visitatori italiani (il 47%) ha valutato troppo alta la spesa per la ristorazione a Expo. Le cucine più apprezzate sono state quella italiana e la giapponese, che è piaciuta al 18% dei visitatori, ma molto gettonate sono state anche la Thailandia, la Francia, la Spagna, l’Argentina, il Messico, il Brasile, gli Usa, la Corea e l’India. I cibi “eccessivamente” esotici (dagli insetti ai ragni al coccodrillo al vino di serpente) sono stati “snobbati” dalla maggior parte dei visitatori italiani, che hanno invece apprezzato questi piatti stranieri: gli hamburger e il panino all’astice degli Usa, la bistecca dell’Uruguay, le patate olandesi e quelle del Belgio, la birra slovena, la sangria e le tapas di prosciutto della Spagna, il riso fritto e il pollo dell’Indonesia, le tajine di agnello berbero del Marocco, gli involtini primavera malesi, gli hot dog con salsa di gamberetti dell’Inghilterra, il falafel di Israele, il zereshk dell’Iran, la Baklava della Turchia, i ravioli croccanti della Corea, l’insalata di cavallo con caviale di beluga e latte di giumenta fermentato del Kazakistan, il sukiyaki bento del Giappone e il cous cous della Tunisia.
Il 49% dei visitatori italiani di Expo ha colto l’occasione per visitare altri luoghi e località al di fuori dell’Esposizione universale, anche se di questa percentuale quasi la metà (42%) si è fermata a Milano, mentre l’11% ha visitato altri luoghi in Lombardia e il 4% ha viaggiato in altre regioni del Nord Ovest.
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