È operativa dal 19 gennaio 2015 l’anagrafe delle api. Attraverso il Ministero della Salute (in collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole) aziende, allevatori e operatori delle Asl possono registrare la propria attività, segnalare il numero della arnie, la consistenza degli apiari e i movimenti di compravendita.
Sul sito www.vetinfo.sanita.it, nella sezione pubblica dedicata all’apicoltura, ogni apicoltore e operatore di settore può avviare la procedura di iscrizione e registrare nel dettaglio la propria attività, in vista della creazione di un’anagrafe italiana delle api. Il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha spiegato in questi termini il senso dell’iniziativa: “si tratta di un passo in avanti decisivo sia per il lavoro degli apicoltori che per la salute dei cittadini consumatori. La nuova anagrafe ci consentirà di garantire la tracciabilità degli apiari e del miele, la legittimità dei contributi finanziari pubblici agli apicoltori e, soprattutto, favorirà il controllo sulle malattie delle api e la gestione delle emergenze come quella recente dovuta all’infestazione esotica da Aethina tumida, il parassita delle api che lo scorso settembre ha procurato danni ingenti all’intera apicoltura nazionale“.
Da tempo l’apicoltura si trova in una situazione difficile, dalla morìa delle api legata ai pesticidi neonicotinoidi (e – negli ultimi mesi – anche alla diffusione del parassita Aethina Tumida) alle polemiche sul falso miele biologico, sul miele Ogm e sul miele ‘senza polline’. In Italia la situazione è particolarmente difficile: secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat nel 2014 la produzione italiana di miele si è fermata intorno alle 12.000 tonnellate con un calo vicino al 50% rispetto al 2013, con le importazioni dall’estero di miele naturale cresciute del 17% e con le esportazioni diminuite del 26%. Secondo la Coldiretti ad oggi due barattoli su tre di miele venduti in Italia in negozi e supermercati contengono miele straniero, proveniente per più di un terzo dall’Ungheria, per il 15% dalla Cina e per il resto prevalentemente da Romania, Argentina e Spagna (per capire se il miele è o non è italiano bisogna leggere l’etichetta; se il miele non è italiano deve obbligatoriamente riportare la dicitura “miscela di mieli originari della CE” oppure “miscela di mieli non originari della CE” oppure “miscela di mieli originari e non originari della CE”).
L’introduzione dell’anagrafe delle api è una novità importante per aiutare il settore dell’apicolotura italiana. Secondo la Coldiretti “l’anagrafe delle api italiane è una importante innovazione per garantire maggiore trasparenza attraverso la rintracciabilità in un settore dove quest’anno si registra il dimezzamento dei raccolti a causa dell’andamento climatico anomalo e delle malattie”. E secondo il Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina “la partenza dell’anagrafe delle api, che vede la collaborazione tra Ministeri della Salute e delle politiche agricole, è una notizia attesa da tanto tempo dal settore e che siamo riusciti finalmente a concretizzare. Un intervento ancora più importante in una stagione produttiva complicata come quella del 2014, con una produzione stimata intorno alle 12mila tonnellate. Attraverso l’anagrafe potremo rafforzare gli strumenti a sostegno del settore dell’apicoltura. Si tratta di una delle azioni del piano che abbiamo discusso con gli operatori della filiera, per sostenere e promuovere al meglio un comparto tradizionale come quello del miele italiano. Contiamo di rafforzare anche i controlli anticontraffazione a seguito della rilevante riduzione della produzione, così come vogliamo mettere in campo una promozione mirata delle qualità del nostro miele. Abbiamo un patrimonio straordinario con 1,2 milioni di alveari e solo la produzione di miele vale oltre 20 milioni di euro in Italia, ai quali dobbiamo aggiungere l’incremento produttivo che le api generano in agricoltura attraverso l’impollinazione”.
(Luigi Torriani)
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