È sempre più grave il problema delle stragi degli animali allevati da parte degli animali selvatici, in particolare dei lupi. Nel 2013 sono state oltre 3.000 le pecore uccise da lupi. E il 2014 si apre con un nuovo caso, in provincia di Pavia.
Gli ultimi dati diffusi dalla Coldiretti, che abbiamo già commentato qui su Universofood, quantificano in 3.000 le pecore sbranate dai lupi in Italia nel 2013, oltre a diverse decine di capre, puledri, vitelli e mucche al pascolo. E oltre agli animali morti bisogna considerare anche i danni sulle pecore sopravvissute, che per lo spavento tendono a subire aborti e a produrre meno latte. La situazione è particolarmente drammatica nel sud della Toscana, dove recentemente sono stati uccisi otto lupi della Maremma (probabilmente da parte di allevatori esasperati dalle stragi di pecore) e dove lo scontro tra gli allevatori e gli ambientalisti è sempre più duro (gli allevatori della Coldiretti chiedono di confinare i lupi in aree protette, ma Legambiente ritiene la proposta irrealizzabile).
Il 6 febbraio 2014 un nuovo caso, questa volta in provincia di Pavia, riporta il problema dei lupi al centro dell’attenzione. Nella frazione San Paolo di Rocca Susella il gregge di 517 pecore del pastore Marco Ricchini è stato aggredito dai lupi. Il bilancio è di 39 pecore morte, più altre azzoppate, più altre che hanno avuto degli aborti. Il danno economico si aggira attorno ai diecimila euro, ed è già partita – tramite l’Asl di Pavia – la procedura per per la richiesta di risarcimento alla Regione Lombardia, che ha attivato un’assicurazione per i danni agli allevamenti da lupo, orso e lince. I lupi sono arrivati nell’Oltrepò Pavese negli anni ’80, risalendo dagli Appennini, e ad oggi ne sono censiti 23, che scendono nelle valli richiamati dalla presenza abbondante di cinghiali e caprioli. Negli ultimi sette anni sono quasi trecento gli animali sbranati da lupi nell’area tra Pavia e Piacenza. Non ci sono pericoli per i cittadini (è rarissimo che un lupo attacchi un uomo) ma la situazione sta diventando intollerabile per gli allevatori.
(Luigi Torriani)