Abigeato 2018: quanti animali sono stati rubati dagli allevamenti italiani nell’ultimo anno? I dati diffusi dalla Lav nel Rapporto Zoomafia 2018 segnalano un quadro preoccupante, con circa 150mila animali rubati in un anno.
Il termine “abigeato” (dal latino abigere, ab agere: “mandare innanzi, spingere via, allontanare spingendo”) indica nell’ordinamento giuridico italiano un tipo di furto aggravato che consiste nel rubare tre o più capi di bestiame raccolti in gregge o in mandria (il gregge si differenzia dalla mandria per il fatto di essere formato da animali di piccola taglia, come pecore o capre), o nel rubare animali bovini ed equini (in questi casi anche se non raccolti in mandria). Il reato è previsto dall’ art. 625 n. 8 del codice penale, ed è punito con la reclusione da 1 a 6 anni e con multe da 103 a 1032 euro, con la presenza di possibili aggravanti (la reclusione da 3 a 10 anni e multe da 206 a 1.549 euro se ricorrono le circostanze aggravanti specificate nello stesso art. 625 e nell’ art. 61 del codice penale), e di possibili attenuanti (la pena può diminuire da un terzo alla metà se il colpevole, prima del giudizio, aiuta nell’individuazione dei correi o di coloro che hanno acquistato, ricevuto o occultato la cosa sottratta, o si sono intromessi per farla acquistare, ricevere od occultare).
Gli ultimi dati diffusi dalla Lav segnalano dei numeri preoccupanti riguardo al fenomeno dell’abigeato in Italia: i dati parlano di circa 150mila animali d’allevamento rubati nel nostro Paese nell’ultimo anno (dati diffusi nel 2018 e relativi al 2017). Non si parla qui naturalmente di “ladri di polli” ma di quella che la Lav definisce “una vera e propria ‘cupola del bestiame’, con la penetrazione della criminalità organizzata nel mondo degli allevamenti, della macellazione e della distribuzione della carne”. Il fenomeno è preoccupante sia per i danni economici arrecati agli imprenditori del settore allevamento, sia per ragioni di sicurezza alimentare e di salute dei cittadini, perché gli animali rubati, macellati clandestinamente e poi distribuiti e immessi sul mercato non offrono le garanzie igienico-sanitarie previste dalla legge.
Secondo la Coldiretti, che in un comunicato stampa ha commentato i dati Lav sull’abigeato 2018, il problema è legato soprattutto alla difficoltà nel garantire adeguata protezione da parte delle forze dell’ordine nelle aree deputate ad allevamento, che si trovano spesso in zone geograficamente isolate: “la criminalità organizzata che opera nelle campagne conta sulle condizioni di isolamento degli operatori e di mancanza di presidi di polizia immediatamente raggiungibili ed attivabili. Si tratta dunque di lavorare per il superamento della situazione di solitudine invertendo la tendenza allo smantellamento dei presidi e delle forze di sicurezza presenti sul territorio“.
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