Alberi monumentali italiani: nel nuovo censimento 2021 ci sono 115 nuovi alberi, che vanno ad arricchire il patrimonio arboreo monumentale censito nel nostro Paese.
Abbiamo già parlato un anno fa qui su Universofood dell’Elenco degli alberi monumentali d’Italia, elenco – consultabile online – che è stato creato dal Mipaaf nel 2017, e che viene aggiornato ogni anno con un nuovo censimento. Nel primo elenco – quello del 2017 – gli alberi monumentali censiti erano 2.407, poi ci sono state 332 aggiunte nel 2018, 509 aggiunte nel 2019, 379 aggiunte nel 2020, e ora – in data 5 maggio 2021 – sono 115 gli alberi inseriti per la prima volta nell’elenco, che arriva oggi a un totale di 3.662 alberi monumentali censiti (alcuni alberi sono stati eliminati dall’elenco per morte naturale, abbattimento o grave deperimento).
Gli alberi cosiddetti “monumentali” si caratterizzano per l’altissimo valore biologico o ecologico (dal punto di vista dell’età, delle dimensioni, della morfologia, della rarità della specie, ecc.), oppure per l’importanza che rivestono – in un determinato territorio – sul piano storico, culturale, religioso o estetico. Tra le 115 new entries del 2021 segnaliamo, per esempio:
- il cerro sughera di Valbrevenna (GE), specie rara in Liguria, e difficile da trovare a quelle altitudini (1300 m s.l.m.);
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la farnia di Policoro (MT), per la rarità della specie in Basilicata e per il contesto in cui è inserita, il Bosco di Policoro, importante relitto di bosco planiziale;
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la sequoia sempreverde di Biella, che è tra le più grandi classificate in Italia, con 810 cm di circonferenza;
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l’insieme omogeneo di lentisco nell’agro di Loculi (NU), piccolo bosco formato da esemplari di lentisco ultracentenari, di grandi dimensioni (fino a 8,5 metri di altezza e oltre 250 cm di circonferenza) e con un intreccio delle piante tra di loro;
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il faggio secolare di Monte San Giovanni in Sabina (RI), che è rifugio e sito riproduttivo per diverse specie di avifauna, di rettili e mammiferi, e che ha un forte valore nell’ambito delle tradizioni popolari del territorio;
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le roverelle del Bosco dell’Incoronata a Foggia, che hanno un importante valore anche in termini religiosi, legato all’apparizione, nell’anno 1001, della Vergine oggi venerata nell’omonimo santuario.