Export vino Usa 2017: sul mercato statunitense l’Italia vinicola non cresce e – pur mantenendo il primato in quantità – viene raggiunta e superata di misura dalla Francia in valore.
Gli Stati Uniti sono il primo mercato enoico del mondo e l’Italia è tradizionalmente il primo Paese esportatore di vino negli Usa. Ma i dati di Business Strategies – Osservatorio Paesi terzi e di Nomisma – Wine Monitor relativi ai primi nove mesi del 2017 segnalano il sorpasso da parte della Francia, che raggiunge gli 1,219 miliardi di export vinicolo negli Usa superando di 10 milioni l’Italia, ferma a 1,209 miliardi. Rispetto al 2016 l’Italia – nel confronto relativo con la Francia sul mercato Usa – ha perso ben 160 milioni di euro di export vinicolo. Nel 2017 (dati gennaio – settembre) complessivamente le importazioni di vino negli Stati Uniti sono cresciute dell’8% (in valore), e nello stesso periodo l’import statunitense di vini italiani è aumentano soltanto del 3%, mentre i vini francesi hanno messo a segno un +18,8%. Nel comparto dei vini fermi imbottigliati l’Italia rimane market leader negli Usa (con 962 milioni di euro), ma con una crescita che si ferma a un modesto +1,6%, contro un +21,4% dei francesi e un +5,9% come media import generale sul segmento. Nel comparto degli sparkling la crescita media dell’import Usa è dell’11,5%, la crescita francese negli Stati Uniti è del 14%, mentre gli spumanti italiani si fermano a un +8,7%. Dato che i vini francesi sono mediamente più costosi di quelli italiani, resta naturalmente inattaccabile il primato italiano nell’export in quantità sul mercato statunitense (2,4 milioni di ettolitri contro gli 1,2 milioni di ettolitri francesi), ma con un +21,1% della Francia e soltanto un +3,7% dell’Italia.
Ci sono altri dati – quelli elaborati dall’Italian Wine & Food Institute – che differiscono lievemente da quelli qui presentati e che confermano anche per il 2017 il primato vinicolo italiano sul mercato Usa non solo a volume ma anche – di misura – a valore, confermando comunque nella sostanza quello che è il dato di fondo: la forte rimonta della Francia sull’Italia. Secondo la CEO di Business Strategies Silvana Ballotta “l’Italia perde il primato più ambito e lo perde male, se pensiamo che oggi la Francia è market leader nei primi tre mercati di importazione al mondo, Usa, Gran Bretagna e Cina. Ma fa ancora più male registrare come, in un anno di grande crescita della domanda di vino nel mondo, gli Stati Uniti siano diventati la cartina tornasole della nostra ridotta competitività sui mercati globali, frutto di azioni di marketing e promozione deboli e mai sinergiche”. E secondo il presidente dell’Italian Wine & Food Institute Lucio Caputo siamo in presenza di “un campanello di allarme che non può assolutamente essere sottovalutato. Occorre puntare sul miglioramento dell’immagine e del prestigio dei vini italiani, che è l’unico modo per attrarre un più alto numero di consumatori e recuperare le posizioni perdute nei confronti della Francia. Purtroppo da parte italiana, in questi ultimi anni, si sono continuati ad usare i limitati fondi disponibili nel settore pubblico per attività che incrementavano l’offerta di vini italiani in un mercato pressoché chiuso all’aumento del numero dei fornitori senza far praticamente nulla per incrementare la domanda, con gli ovvi risultati negativi che si stanno ora registrando. Purtroppo l’attività pubblica a sostegno delle esportazioni italiane, bloccata da lungaggini burocratiche ed amministrative, langue e, sempre che parta e che possa essere efficace, lo farà quando sarà ormai troppo tardi“.