Si chiama “Doc Pinot Grigio delle Venezie” la nuova denominazione d’origine per i produttori del Nordest (Veneto, Friuli, Trentino).
L’iter per il riconoscimento della Doc Pinot Grigio delle Venezie è iniziato ufficialmente nel febbraio del 2016, con la costituzione di un’associazione temporanea (ATS – associazione temporanea di scopo) creata dai produttori veneti, friulani e trentini di Pinot Grigio (oltre 3.000 produttori, anche se non tutti sono d’accordo). Il 30 agosto a Veronafiere la riunione di pubblico accertamento convocata dal Mipaaf (Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali), con la presentazione del Disciplinare della nuova Doc e la presenza dei rappresentanti delle regioni, ha segnato la fase conclusiva dell’iter, che termina il 2 settembre con la riunione del Comitato Nazionale Vini, in vista dell’approvazione definitiva entro l’inizio di novembre.
La nuova Doc Pinot Grigio delle Venezie è la Doc più estesa d’Italia, per un totale di 20.275 ettari di vigneti (11.511 in Veneto, 6.005 in Friuli Venezia Giulia e 2.760 in Trentino Alto Adige), pari all’82% della superficie coltivata a Pinot Grigio in Italia. Nell’ultimo anno (dati 2015) la produzione di Pinot Grigio nel Nordest ha raggiunto i 230 milioni di bottiglie, di cui 2/3 destinate all’export (prevalentemente in Nord America, Regno Unito, Germania, Paesi Bassi). Il Disciplinare della nuova Doc regola la produzione del “Pinot Grigio delle Venezie”, individuando area di produzione, tipologia dei terreni, densità di impianto, rese per ettaro, gradazioni minime, metodi di trasformazione e vinificazione delle uve, regole di imbottigliamento, varietà di uve e composizione per singola tipologia. I produttori dovranno attenersi a tutti i requisiti previsti dal Disciplinare per poter apporre sulle bottiglie la “fascetta di Stato” Doc Pinot Grigio Delle Venezie.
Secondo l’assessore all’agricoltura veneto Giuseppe Pan (da subito impegnato per il riconoscimento della nuova Doc insieme all’assessore friulano Cristiano Shaurli e all’assessore del Trentino Alto Adige Michele Dallapiccola) “con il riconoscimento della Doc e della relativa ‘fascetta di Stato’ nasce una nuova Doc dal potenziale produttivo di 300 milioni di bottiglie l’anno. I consumatori vedranno garantita l’origine e la piena tracciabilità della bottiglia, grazie a verifiche puntuali sia sulla quantità che sulla qualità dei prodotti, dalla vendemmia all’imbottigliamento. Il rispetto del disciplinare di produzione della nuova Doc offre a produttori e imbottigliatori veneti, friulani e trentini uno strumento in più per competere, con un nome e un marchio di assoluto prestigio, nel mercato internazionale”.