Dopo gli attacchi terroristici di Parigi, in una Roma blindata e attanagliata dalla paura di attentati i ristoranti si stanno svuotando, con un calo medio delle presenze del 20% nei locali del centro di Roma.
Il Giubileo di Papa Francesco, in partenza l’8 dicembre con l’apertura della Porta Santa di S. Pietro, secondo le prime stime avrebbe dovuto portare a Roma 33 milioni di turisti e pellegrini, 8 milioni in più rispetto al grande Giubileo di Papa Wojtyla del 2000, che si era “fermato” a 25 milioni. Ma gli attentati di Parigi del 13 novembre stanno cambiando le carte in tavola: il Giubileo della Misericordia indetto da Bergoglio sarà probabilmente lontano dai numeri attesi, con ripercussioni negative non solo sul piano religioso o spirituale ma anche per i commercianti e gli operatori turistici della capitale. Secondo il presidente di Federalberghi Roma Giuseppe Roscioli il quadro è preoccupante: “il nostro osservatorio ha fatto una proiezione sulle presenze negli alberghi a cavallo dell’8 dicembre con l’apertura della porta Santa, e l’occupazione è poco sopra al 50%”.
La situazione più critica è quella dei ristoranti, che in questi giorni stanno perdendo sia i turisti sia i romani. Alessandro Ciriello, presidente della Federazione italiana cuochi regione Lazio, ha raccontato all’Adnkronos: “noi abbiamo circa 20mila soci tra cuochi, pasticceri, pizzaioli e negli ultimi giorni è stato notato un calo nelle prenotazioni e ci sono state numerose disdette nei ristoranti delle grandi piazze da piazza Navona a Campo de’ Fiori soprattutto da parte degli stranieri. Il dato è stato rilevato soprattutto a Roma nel centro storico in tanti ristoranti ma anche nei grandi alberghi”. Parliamo di un calo di quale entità? Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso – secondo i dati di Fipe-Confcommercio – il calo medio nel giro d’affari dei ristoranti, pizzerie e bar del centro storico di Roma – dopo gli attentati di Parigi del 13 novembre – è intorno al 20%.
Fabio Spada, presidente di Fipe-Confcommercio Roma, ha riassunto la difficile situazione in questi termini: “dopo gli attacchi in Francia e gli allarmi-bomba che ormai si registrano anche a Roma, i locali si sono svuotati. Solo oggi mi hanno chiamato una quindicina di associati per lamentarsi: rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, c’è stato un crollo degli affari che sfiora il 20%. E soffrono, forse per la prima volta, anche i ristoranti stellati, che stanno ricevendo valanghe di cancellazioni anche dall’estero”.
Ma se il calo medio è del 20%, c’è anche chi lamenta un crollo del 40% e oltre. Marco Ciampini, del Ciampini di Piazza Trinità dei Monti, ha dichiarato all’Adnkronos: “in questi giorni abbiamo registrato un calo di presenze fino al 40%. Ci sono state cancellazioni, anche gli albergatori hanno avuto disdette, stiamo vivendo un clima di preoccupazione e paura che invade tutti. Sono preoccupato per l’allarmismo che si è generato e mi auguro che passi presto, perché è giusto continuare a vivere”. E anche all’Antica Griglia Toscana, a pochi passi dal Vaticano, parlano di un “calo di almeno il 40% nel nostro locale. Dopo gli attentati di Parigi la gente ha paura, è inutile negarlo”.
Il rischio è quello di una nuova crisi economica per trattorie e ristoranti legata alla paura degli attentati terroristici, come ha spiegato Claudio Pica, il presidente dell’Aeper (Associazione Esercenti Pubblici Esercizi Roma): “dovremmo trovare le forze per far ripartire la ripresa che stavamo agganciando. Non vorrei che la paura ci facesse ripiombare in una nuova recessione, che sarebbe deleteria per noi. Non dobbiamo fare il gioco dei terroristi, che vogliono che viviamo in un incubo permanente. Dobbiamo impedire che la città si fermi: oggi, non solo commercianti e istituzioni, ma tutti insieme dobbiamo essere uniti per uscire dalla paura”.