Per l’anno scolastico 2014/2015 le iscrizioni agli Istituti agrari sono cresciute del 12% rispetto allo scorso anno. Un dato che conferma il crescente interesse dei giovani italiani per le professioni legate all’agricoltura.
Trovare lavoro nel settore agricolo è un’aspirazione sempre più diffusa tra i ragazzi italiani, e va di pari passo con una marcata professionalizzazione e innovazione che ha interessato la nostra agricoltura negli ultimi anni, con la diffusione dei cosiddetti “nuovi mestieri del gusto” (food blogger, sommelier della frutta, agrigelataio, birraio a km 0, affinatore di formaggi,…) e con l’emergere di realtà imprenditoriali agricole sempre più innovative e creative (si vedano a tal proposito gli Oscar Green assegnati ogni anno da Coldiretti Giovani Impresa).
In questo contesto le iscrizioni universitarie alle facoltà di Scienze agrarie, forestali ed alimentari sono cresciute del 45% negli ultimi cinque anni, ovvero dall’inizio della Crisi ad oggi (dati Datagiovani), mentre continuano ad aumentare le iscrizioni agli Istituti agrari. Secondo i dati diffusi dalla Coldiretti per l’anno scolastico 2014/2015 le scuole tecniche di Agraria, agroalimentare e agroindustria registrano un +12% nelle iscrizioni al primo anno, mentre crescono anche le iscrizioni agli indirizzi “Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale” (+8% rispetto allo scorso anno) e aumentano i ragazzi che scelgono le scuole di enogastronomia e ospitalità alberghiera (+5% rispetto allo scorso anno). Nel complesso tra i nuovi iscritti al primo anno degli istituti tecnici e professionali della scuola secondaria di secondo grado il 24% ha scelto percorsi di studio legati all’agricoltura, al settore alimentare e all’ospitalità alberghiera. Mentre un recente sondaggio Coldiretti / Ixè segnala che: il 54% dei giovani italiani preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (21%) o fare l’impiegato in banca (13%); il 5% degli italiani ritiene che cuoco e agricoltore siano oggi tra le professioni con la maggiore possibilità di lavoro; per gli italiani turismo (73%) e agricoltura (68%) sono i settori più importanti dell’economia italiana, davanti ad artigianato (60%), industria (53%), servizi (49%), commercio (47%), finanza (24%); per il 42% degli italiani l’importanza dell’agricoltura è destinata a crescere nei prossimi anni (per il 38% resterà uguale, per il 16% diminuirà).
Secondo il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo “i giovani italiani hanno visto prima e meglio di altri dove ci sono reali prospettive per far tornare a crescere l’Italia; è in atto una rivoluzione generazionale che punta su quegli asset di distintività nazionale che garantiscono un valore aggiunto nella competizione globale come il territorio, il turismo, la cultura, l’arte, il cibo e la cucina”. Secondo il delegato nazionale di Coldiretti Giovani Impresa Maria Letizia Gardoni “in un momento in cui il mercato del lavoro è in crisi ed è venuta meno la stessa idea che l’industria possa dare a tutti un posto, con le situazioni drammatiche cui stiamo assistendo in queste settimane, l’agricoltura moderna e multifunzionale consente oggi ai giovani di avviare un’attività imprenditoriale nella quale esprimere le proprie idee e il proprio vissuto di esperienza e cultura”.
(Luigi Torriani)