Si è celebrato il 2 aprile, anche in Italia, l’Earth Day, la “Giornata della Terra”. Ma qual è lo stato di salute delle campagne e dei terreni agricoli in Italia?
L’Earth Day nasce nel 1970 da un’idea dell’Ong Earth Day Network di Washington. È una giornata di sensibilizzazione e di mobilitazione per i problemi ambientali e ecologici che coinvolge ad oggi 192 Paesi (con il coivolgimento di oltre un miliardo di persone) e che si tiene ogni anno il 22 aprile. Il tema dell’Earth Day 2014 è quello delle “Green Cities“, delle “città verdi” e del verde urbano. Ma qual è la situazione delle campagne e dei terreni agricoli in Italia?
In occasione dell’Earth Day 2014 la Coldiretti ha diffuso i seguenti dati, fin troppo eloquenti (e che confermano in sostanza i dati già diffusi nel 2013): negli ultimi vent’anni l’Italia ha perso il 15% delle campagne per effetto dell’urbanizzazione, della cementificazione e dell’abbandono, con una riduzione della terra coltivata pari a 2,15 milioni di ettari in meno; ogni giorno in Italia viene sottratta terra agricola per circa 288 ettari, l’equivalente di quasi 400 campi da calcio; uno degli effetti di questa spoliazione delle campagne e delle aree verdi è che ad oggi in Italia oltre 5 milioni di cittadini vivono in zone (pari al 9,8% dell’intero territorio nazionale) esposte al pericolo di frane e alluvioni.
Questo il commento della Coldiretti: “per proteggere il territorio e i cittadini che vi vivono l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile dalla cementificazione e dall’abbandono, attraverso un adeguato riconoscimento e un’adeguata valorizzazione del settore agricolo, un settore che ha visto chiudere 1,2 milioni di aziende negli ultimi vent’anni. Nella classe dirigente è mancata fino ad ora la cultura del valore dell’agroalimentare, della salvaguardia del territorio e del cibo, che è una delle poche leve per tornare a crescere”. Secondo la Coldiretti tra i cittadini italiani sta già avvenendo quella “rivoluzione” che ancora non ha toccato la classe politica: “la sensibilità negli ultimi anni è profondamente cresciuta tra i cittadini, che sempre più spesso sostengono con le proprie scelte di acquisto l’agricoltura e i prodotti locali del territorio. Nel 2013 sono aumentati di oltre il 25% per cento gli acquisti degli italiani nei mercati degli agricoltori, i cosiddetti farmers market diffusi in tutte le principali città, in netta controtendenza con l’andamento negativo dei consumi alimentari, in calo del 4 per cento nel 2013. Nei mercati degli agricoltori hanno fatto la spesa nel 2013 ben 15 milioni di italiani. Sono oltre 1200 mercati in tutte le regioni, grazie alla fondazione Campagna Amica (promossa dalla Coldiretti) che ha realizzato la più vasta e capillare rete di vendita realizzata dagli agricoltori del mondo e che può contare su fattorie, botteghe e mercati che coinvolgono 28mila agricoltori con prodotti coltivati su circa 280mila ettari. I mercati degli agricoltori promuovono la conoscenza della stagionalità dei prodotti, ma anche la filosofia del km zero, con i cibi in vendita che non devono percorrere lunghe distanze, riducendo le emissioni in atmosfera dovute alla combustione di benzina e gasolio. Gli effetti si fanno sentire anche sugli sprechi, che vengono ridotti per la maggiore freschezza della frutta e verdura in vendita, frutta e verdura che durano anche una settimana in più non dovendo rimanere per tanto tempo in viaggio”.
(Luigi Torriani)