Sono diecimila i lavoratori stagionali extracomunitari che nelle prossime settimane troveranno occupazione nei lavori agricoli in Italia. Una quota (decisa dal Consiglio dei Ministri del governo Renzi) che è più bassa rispetto allo scorso anno ma che conferma comunque l’importanza decisiva degli immigrati per l’agricoltura italiana.
La Corte dei Conti ha già registrato il Decreto del Consiglio dei Ministri per la definizione delle quote di ingresso per il lavoro stagionale. Il governo Renzi dà il via libera all’ingresso di diecimila immigrati extracomunitari che saranno impiegati nelle campagne per i lavori agricoli stagionali 2014. La quota fissata dal governo Renzi è molto più bassa rispetto a quella del 2013 (che era di 30.000), ma resta significativa.
Su Universofood abbiamo sottolineato molte volte l’importanza fondamentale degli immigrati per l’agricoltura italiana (qui un riassunto recente sulla questione): senza l’apporto della manodopera extracomunitaria il settore agricolo italiano non potrebbe stare in piedi. Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Coldiretti in Italia il 25% circa delle giornate lavorative dichiarate dalle aziende agricole è coperto da lavoratori stranieri, e nel 2013 i lavoratori stranieri impiegati nei campi sono aumentati di un ulteriore 3% rispetto al 2012. L’87,2% del totale dei lavoratori stranieri impiegati nell’agricoltura italiana provengono da questi dodici Paesi: la Romania (117.240 lavoratori), l’India (27.789 lavoratori), il Marocco (26.220), l’Albania (24.624), la Polonia (20.423), la Bulgaria (15.100), la Tunisia (12.445), la Slovacchia (9.893), la Macedonia (9.235), il Senegal (5.738), la Moldavia (5.478), l’Ucraina (4.722). Il 53,8% degli immigrati che lavorano nel settore agricolo italiano sono impiegati nella raccolta della frutta e nella vendemmia, il 29,9% nella raccolta e preparazione dei pomodori, degli ortaggi e del tabacco, il 10,6% nell’allevamento, il resto nel florovivaismo e in altre attività come gli agriturismi e la vendita diretta dei prodotti agricoli.
La Coldiretti – che ha aperto un anno fa il primo campus per lavoratori agricoli immigrati – ha commentato in questi termini il via libera del governo Renzi a diecimila extracomunitari per i lavori agricoli stagionali: “si tratta di un provvedimento atteso dagli agricoltori, e che anzi non è mai stato pubblicato così tardi, proprio in una stagione anomala che ha anticipato i processi di maturazione e di raccolta nelle campagne. Gli stessi distretti produttivi di eccellenza del Made in Italy possono sopravvivere solo grazie al lavoro degli immigrati, dalle stalle del nord dove si munge il latte per il Parmigiano Reggiano alla raccolta delle mele della Val di Non, dal pomodoro del meridione alle grandi uve del Piemonte. I lavoratori stranieri contribuiscono in modo strutturale e determinante all’economia agricola del Paese e rappresentano una componente indispensabile per garantire i primati del Made in Italy alimentare nel mondo, ma è fondamentale assicurare la legalità e combattere i molti inquietanti fenomeni malavitosi che umiliano gli uomini e il proprio lavoro e gettano un’ombra su un settore che ha scelto con decisione la strada dell’attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale”.
(Luigi Torriani)