I dati sul turismo dell’estate 2012 erano stati pessimi, con un calo del giro d’affari del 22% rispetto al 2011. E i primi dati per l’estate 2013 purtroppo non promettono nulla di buono.
Tra il 2008 (inizio della Crisi) e il 2012 in Italia sono stati tagliati 41 milioni di viaggi e 195 milioni di giornate di vacanza, con un progressivo ritorno ai flussi turistici e ai modelli di vacanza degli anni ’70 (dati Fipe). Ma è stata soprattutto l’estate del 2012 a segnare un vero e proprio crollo, con un -22% nel giro d’affari del turismo rispetto all’estate 2011 (dati Federalberghi).
E i primi dati per l’estate 2013 sono tutt’altro che incoraggianti. Secondo Assoturismo-Confesercenti la flessione delle presenza turistiche in Italia rispetto alla già pessima estate 2012 è tra il -7% e il -12%, con un -15% per gli alberghi, -30% nel giro d’affari per le agenzie di viaggio, un calo medio del 25% del budget destinato ai viaggi (da 800 a 600 euro), e un crollo della presenza di tedeschi e inglesi (mentre tengono i russi). Secondo i dati diffusi dalla Coldiretti il crollo riguarda soprattutto giugno e agosto. A giugno c’è stato un flop con soli 3 milioni di vacanzieri (solo il 9% degli italiani ha trascorso almeno un giorno di vacanza a giugno), un flop che ha causato la perdita di 25.000 posti di lavoro (di cui l’80% stagionali) in bar, ristoranti e altre imprese legate al turismo. Ad agosto oltre due italiani su tre (il 67%) non trascorrono neanche un giorno di vacanza (elaborazione Coldiretti su dati Ipr Marketing), e quasi un italiano su tre (il 32%) rinuncia ai ristoranti anche in vacanza puntando sul pic nic (con frutta per il 77%, panini per il 61%, verdure per il 19%, piatti pronti come pasta riso freddo per il 17%). C’è quindi un ritorno del pic nic e una fine degli esodi vacanzieri e del fenomeno delle città deserte, il che determina – unico aspetto positivo – maggiori occasioni di incasso per i negozi di città, che sempre di più tendono ad eliminare la chiusura estiva. Spiega la Coldiretti: “nell’estate 2013 le città non si svuotano e il traffico sulle strade è più contenuto. L’incertezza sul futuro e la pesante crisi economica sono le principali ragioni delle mancate partenze degli italiani, che per la maggioranza si pongono l’obiettivo di risparmiare. I grandi esodi vacanzieri come pure le città deserte sono dunque un ricordo del passato, per effetto di un crisi che ha modificato gli stili di vita degli italiani. A cambiare è anche l’organizzazione estiva delle attività nei centri urbani, dove è indispensabile garantire alla popolazione rimasta un maggiore livello di servizi e di prodotti rispetto al passato”.
Unica voce fuori dal coro quella di Federalberghi, che per l’intera estate 2013 (periodo giugno-settembre) stima una crescita dei turisti italiani dello 0,9% e dei turisti stranieri del 3%, anche se con un giro d’affari di 14,3 miliardi rispetto ai 15,3 miliardi del 2012 (-3%). Secondo il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca ” il turismo estivo in Italia potrebbe aver raggiunto il punto di frenata della crisi, pur mostrando ancora un calo di fatturato dovuto ai prezzi più bassi e una flessione dei lavoratori. Non possiamo gridare al miracolo, ma possiamo dire come il turismo italiano riparta prima di altri settori produttivi, ben più considerati e incentivati. Il governo non deve perdere l’occasione finanziando una campagna promozionale dell’immagine Italia sia all’interno del Paese che nel resto del mondo”. Ma per Renzo Iorio, presidente di Federturismo Confindustria, “purtroppo la situazione delle aziende turistiche italiane non è così rosea come Federalberghi sembra evidenziare. Maggio e giugno sono stati positivi rispetto all’anno precedente grazie soprattutto alla domanda estera, ma gli altri mesi dell’anno hanno segnato flessioni legate alla domanda interna (-3,5%) e al turismo d’affari e congressuale (-12%). Anche i primi dati consuntivi di luglio non sono brillanti e settori come il balneare, il termale e molto turismo montano segnano difficoltà soprattutto legate alla clientela nazionale, per non citare interi settori in ginocchio come la nautica da diporto. La domanda estera nel periodo estivo e nel turismo culturale sta limitando in parte la crisi”.
(Luigi Torriani)