Dopo la perdita della Peroni, finita in mani sudafricane, la Menabrea – insieme alla Moretti e alla Nastro Azzurro – è diventata il principale marchio del Made in Italy birraio. E si prepara ora a sbarcare in estremo Oriente, scelta dal prestigioso ristorante Otto e mezzo di Hong Kong come unica referenza di birra italiana. Un grande riconoscimento e un possibile trampolino di lancio per il gigantesco mercato cinese.
Storicamente le birre italiane – sommerse e nascoste dall’immensa offerta del Made in Italy vinicolo – hanno sempre faticato ad imporsi. Ma da alcuni anni il vento sta cambiando. Prima di tutto sul mercato interno, dove la birra ha superato negli ultimi anni superalcolici, aperitivi e cocktail e si assesta su un testa a testa con il vino per la bevanda alcoolica più consumata in Italia. Secondo la ricerca Ispo/Assobirra “Gli italiani e la birra 2011” i consumatori italiani sono cresciuti in 12 mesi di 7 milioni di persone (con un aumento del consumo totale di birra del 14%), arrivando a un totale di 36 milioni di estimatori, con un consumo medio per persona che si aggira attorno ai 28,5 litri annui. Il primato del vino resiste tra gli over 45 e per i consumi casalinghi, ma nelle altre fasce anagrafiche e per i consumi extradomestici (bar, pizzerie, ristoranti) la birra è oggi in Italia al primo posto per gradimento. E cresce sempre di più il pubblico femminile, che ormai si avvicina ai consumatori di sesso maschile (su 36 milioni di italiani amanti della birra 16 milioni oggi sono donne, pari al 62,7% delle italiane maggiorenni). Numeri incredibili se si considera che ancora nel 2003 il consumo di vino al ristorante era doppio rispetto al consumo di birra. Ma non è solo il mercato interno a regalare soddisfazioni alle birre italiane. É del luglio 2011 la notizia della clamorosa crescita dell’export di birre italiane in Inghilterra (+37%) e negli Stati Uniti (+39%), con una produzione che dal punto di vista delle esportazioni ha segnato nel 2011 una crescita complessiva del 16%.
Dopo la progressiva conquista dei mercati anglosassoni, ora è la volta dell’enorme mercato cinese. Con la Menabrea che a quanto pare partirà in pole position dopo la decisione dello chef Umberto Bombana di sceglierla come unica referenza di birra italiana. L’Otto e mezzo (il nome è un omaggio a Fellini) di Umberto Bombana, aperto da soli due anni (gennaio 2010), è già oggi il più importante ristorante italiano di Hong Kong. È l’ottavo ristorante italiano ad aggiudicarsi le tre stelle Michelin ed è il primo e l’unico ristorante italiano tre stelle Michelin fuori dai confini nazionali. L’ambiente giusto – dunque – per lanciare la Menabrea nel mondo dell’imprenditoria orientale e dei nuovi ricchi cinesi. Un grande riconoscimento e una straordinaria opportunità per la birra biellese, che compie quest’anno i 161 anni di vita. Fondata nel 1846 dalla famiglia Welf di Gressoney-La-Trinité e dai fratelli Antonio e Gian Battista Caraccio, originari di Bioglio e titolari di una caffetteria a Biella, la Menabrea è una delle più antiche birre italiane. Negli anni ’50 dell’800 i fratelli Caraccio dapprima affittano e poi cedono la birreria per 95.000 lire agli aostani Jean Joseph Menabrea e Antonio Zimmermann. L’azienda passa poi nelle mani del solo Menabrea e dei suoi figli nel 1872, e la ragione sociale diventa “G. Menabrea & Figli”. Tra il 1896 e il 1899 subentrano alla guida dell’azienda i cognati Emilio Thedy e Agostino Antoniotti, coniugi delle eredi Menabrea Eugenia e Albertina. La quantità di birra prodotta è passata dagli 8-10.000 ettolitri annui dell’anno 1900 agli attuali 100.000 ettolitri, e nel 1991 è avvenuto l’ingresso nel gruppo Forst (che distribuisce la Menabrea, la cui proprietà resta della famiglia Thedy).
(Luigi Torriani)