Si è tenuto dal 12 al 18 maggio scorso l’Interpack di Dusseldorf, l’ormai consolidata fiera internazionale del packaging e dell’imballaggio. Cosa è emerso?
Il settore del packaging e dell’imballaggio è senza dubbio una delle fonti da cui affiorano determinanti fondamentali per l’intero comparto del wine&food. Basti pensare che, come sottolinea un recente rapporto sulla sostenibilità (2008) commissionato da Barilla secondo lo standard Gri (Global Reporting iniziative), l’incidenza degli imballaggi sul prodotto alimentare è aumentata considerevolmente negli ultimi 20 anni. Questo a causa delle nuove abitudini alimentari (più pranzi fuori casa, maggiore richiesta di servizio eccetera) e dell’evoluzione demografica delle famiglie, caratterizzate da nuclei sempre più piccoli.
La crescita dell’incidenza dell’imballaggio fa sorgere una rinnovata esigenza di packaging sempre più innovativi e sostenibili, sia per l’ambiente sia per i bilanci delle aziende alimentari. Pertanto sono numerose le novità e le innovazioni di prodotto che sono state presentate durante questa manifestazione.
All’evento sono stati presenti 2.700 espositori, provenienti da 60 paesi diverse e si è visto che le parole chiave del futuro saranno comunque: Simplicity (riduzione e semplificazione delle forme e dei processi), Identity (personificazione degli imballaggi e affiliazione al brand), Health (benessere e risoluzione di problematiche legate all’uso), Aesthetics (design e bellezza dei componenti), Meaning (ecosostenibilità e impatto ambientale dell’imballaggio).
La presenza italiana è stata di ben 434 aziende sul totale di 2791 totali, un dato che conferma ancora una volta la posizione di preminenza che il nostro paese vanta in ogni comparto parallelo o contiguo all’alimentare.
Variegata la platea: secondo un rapporto dell’Istituto italiano imballaggio aggiornato, al 2009, il mercato di sbocco del settore imballaggi e packaging in Italia vede una struttura molto frammentaria: i cibi (95%) e le bevande (15%) rappresentano l’ossatura del mercato alimentare italiano. Il settore lattiero caseario detiene la quota di partecipazione maggiore (14%); seguono a cascata il settore dolciario (9,5%), la trasformazione delle carni (7,3%), la pasta (4%), l’olio alimentare (3%), le conserve vegetali (3,5%). Il restante 56% si riferisce a un’ampia gamma di alimenti.
Ad ogni modo, il dato più importante è che la Federalimentare prevede lievi incrementi del settore imballaggi e packaging per questo 2011.
(Da www.italiaatavola.net)