Boom del cibo biologico in Italia. Con un aumento record del 9% negli acquisti familiari i prodotti biologici trainano la ripresa sulle tavole degli italiani nel 2010.
È quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Ismea AcNielsen sugli acquisti domestici di prodotti confezionati nel primo semestre del 2010, nel sottolineare che le migliori performance si registrano nei prodotti per l’infanzia (+31%), per il pane e i sostituti (+19%) e per i prodotti per la prima colazione (+17%). Ad aumentare sono però tutte le diverse categorie di prodotto come il miele (+14%), i lattiero caseari (+11%), gli oli (+10%) le uova (+8%), la pasta e il riso (+8%) e le bevande (+6%).
In Italia il biologico sviluppa un giro di affari stimato in 3 miliardi di euro attraverso vendite al dettaglio in negozi specializzati, supermercati, vendite dirette delle aziende agricole e mercati degli agricoltori di campagna Amica verso i quali si registra un interesse crescente, per la mancanza di intermediazione che garantisce il miglior rapporto prezzo/qualità.
Di fronte a questa esigenza occorre anche intervenire con misure di trasparenza per riconoscere la produzione nazionale introducendo al più presto il marchio del biologico italiano, come previsto dal regolamento comunitario, per consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli sulla reale origine del prodotto acquistato.
In Italia si contano 45.509 operatori biologici all’inizio del 2010 con una riduzione di circa il 2% rispetto all’anno precedente, mentre sono coltivati a biologico 1.106.684 ettari con una crescita del 10%. L’Italia ha la leadership in Europa per numero di operatori certificati impegnati nella filiera dell’agricoltura biologica e resta leader europeo per ettari di superficie coltivati secondo il metodo biologico (escludendo i boschi e i pascoli gestiti in biologico, in cui la Spagna primeggia), secondo i dati del Sinab divulgati dal ministero delle Politiche agricole al Sana.
Alle regioni del sud spetta il primato per superfici agricole condotte secondo il metodo biologico (Sicilia, Puglia e Basilicata) e per numero di aziende agricole biologiche (Sicilia, Calabria e Puglia) mentre al nord sono concentrate la maggior parte delle imprese di trasformazione (con il primato dell’Emilia Romagna e della Lombardia). I principali orientamenti produttivi del biologico italiano (escluse le superfici a foraggi, prati e pascoli) riguardano, in ordine di importanza: i cereali, l’olivo, la frutta (compresa quella in guscio), la vite, gli agrumi e gli ortaggi.
(Da www.italiaatavola.net)