Salumi italiani: come è andato l’export nell’ultimo anno? Quali sono stati i salumi più esportati? Quali sono i mercati esteri più importanti per i salumi Made in Italy?
I dati pubblicati da Assica (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi), dati elaborati e diffusi nel 2021 e relativi all’anno 2020, segnalano – rispetto al 2019 – un calo nell’export dei salumi italiani per quanto riguarda le quantità esportate (170.137 tonnellate, con un -7,2% sul 2019), ma una crescita a valore, cioè per quanto riguarda i fatturati sui mercati esteri dei nostri salumi (1 miliardo e 626,7 milioni di euro, pari a un +2,5% rispetto al 2019).
QUALI SONO I SALUMI ITALIANI PIU’ ESPORTATI?
Secondo i dati 2021 di Assica, relativi al 2020, al primo posto tra i salumi italiani, dal punto di vista delle quantità esportate, troviamo il prosciutto crudo (60.754 tonnellate esportate nel 2020), seguito al secondo posto dall’insieme di mortadella – wurstel – zamponi – cotechini (39.621 tonnellate), al terzo posto da salami e salsicce (35.098 tonnellate), al quarto posto dal prosciutto cotto (17.575 tonnellate), al quinto posto dalla pancetta (6.141 tonnellate), al sesto posto dalla bresaola (3.332 tonnellate), e a seguire da “altri salumi” (7.616 tonnellate).
PAESI E MERCATI
Il primo Paese per l’export di salumi italiani è la Germania, con 33.840 tonnellate di salumi Made in Italy venduti nel 2020 (-1,4% rispetto al 2019). Al secondo posto troviamo la Francia (29mila tonnellate di salumi italiani venduti nel 2020, con un calo dell’1,8% rispetto al 2019), e a seguire gli Stati Uniti (10.453 tonnellate, -4,5%), l’Austria (7.840 tonnellate), la Spagna (6.260 tonnellate, -8,1% rispetto al 2019), la Svizzera (5.242 tonnellate, +11,7%), e il Giappone (2.752 tonnellate).