Export food negli Usa: Joe Biden ha trovato l’accordo con l’Unione Europea per la sospensione dei dazi aggiuntivi sui prodotti agroalimentari, che erano stati introdotti da Trump nel 2019.
Qui su Universofood abbiamo seguito fin dall’inizio la vicenda dei dazi Usa sul food europeo, una guerra commerciale che inizia nel 2019, quando Donald Trump, per rispondere agli aiuti dati dall’Unione Europea ad Airbus, ad ottobre introduce dei dazi aggiuntivi (+25% di tassazione doganale) sulla maggior parte dei prodotti food & beverage esportati dalla Ue negli Usa, con alcune eccezioni (vini e spumanti, olio extravergine di oliva, pasta, mozzarella di bufala, prosciutto crudo). Un anno dopo – nel novembre del 2020 – l’Unione Europea, che a sua volta contesta gli aiuti Usa a Boeing, crea dei nuovi dazi (+25%) sull’importazione di prodotti americani in Europa, compresi prodotti alimentari come il formaggio cheddar, le noccioline, le patate americane e il ketchup. Come ulteriore controrisposta gli Stati Uniti introducono a questo punto – nel gennaio del 2021 – dei dazi sui vini, e su alcuni brandy, francesi e tedeschi, risparmiando però anche questa volta i vini italiani.
Nel frattempo, con l’elezione di Joe Biden, si sono aperte da subito delle grandi speranze su una svolta nella guerra dei dazi Usa – Ue, e queste speranze si concretizzate positivamente a marzo 2021, con un accordo – tra Stati Uniti e Unione Europea – di sospensione reciproca dei dazi. Si tratta per il momento di una sospensione di quattro mesi, che potrebbe però aprire a una breve a una soluzione definitiva della questione, e quindi a nuove opportunità per l’export food negli Usa.
Stiamo parlando certamente di una grande notizia per l’agroalimentare italiano, a cominciare dal comparto dei formaggi, che era stato danneggiato in modo particolarmente pesante dai dazi. L’Italia è il primo fornitore mondiale di formaggi per gli Stati Uniti, con 38mila tonnellate esportate negli Usa nel 2019 (pari a un controvalore di circa 350 milioni di euro), e gli Stati Uniti rappresentano la prima destinazione extraeuropea per i caseifici italiani. Il 2020 – a causa della somma tra la pandemia da una parte (e quindi il crollo del canale Horeca) e i dazi di Trump dall’altra – è stato un anno nero per i formaggi italiani, che nel complesso hanno perso negli Usa il 21% in valore e il 18% in volume rispetto al 2019, con numeri in alcuni casi davvero pessimi (- 31% per l’Asiago, – 24% per il Grana Padano, -24% per il Parmigiano Reggiano, che a causa dei dazi ha visto aumentare il prezzo medio sul mercato Usa da 40 a 45 dollari al chilo). Ora, con la sospensione dei dazi da parte di Biden, per l’export food negli Usa dall’Italia, e dall’intera Europa, si aprono finalmente nuove prospettive.
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