Prezzi food: durante il lockdown che aumenti ci sono stati – in Italia – nei prezzi medi al dettaglio dei principali prodotti alimentari?
Usciti dalla fase più acuta dell’emergenza Covid, il vero e proprio lockdown, è interessante fare il punto della situazione su uno dei temi più dibattuti dagli italiani, con molti interventi e proteste – anche sui social – sugli aumenti dei prezzi di cibi e bevande nei supermercati e in ambito Gdo. E’ andata davvero così? Di quanto sono aumentati i prezzi? I dati diffusi dalla Coldiretti a maggio e relativi al periodo del lockdown (i dati riguardano il mese di aprile) confermano la percezione diffusa: c’è stato effettivamente un aumento dei prezzi dei generi alimentari, anche se ovviamente con percentuale diverse a seconda dei prodotti.
Complessivamente la crescita dei prezzi in ambito food ha segnato un +2,7%, in un contesto nel quale l’aumento dei prezzi di beni e prodotti in Italia è rimasto nel complesso sostanzialmente invariato. I rincari più significativi hanno riguardato la frutta (+8,4% nei prezzi al dettaglio ad aprile), le verdure (+5%), il pesce surgelato (+4,2%), il latte (+4,1%) e la pasta (+3,7%). A seguire, scendendo nell’aumento percentuale, troviamo i salumi (+3,4%), le uova (+3,2%), l’acqua (+2,6%), i piatti pronti (+2,5%), il burro (+2,5%), le carni (+2,5%), i formaggi (+2,4%), lo zucchero (+2,4%), gli alcolici (+2,1%).
La Coldiretti ha spiegato l’aumento dei prezzi food durante il lockdown in questi termini: “a incidere sulle quotazioni è stata in primo luogo la chiusura forzata di ristoranti, bar, agriturismi e, in molte regioni, anche dei mercati rionali e degli agricoltori (realtà che moltiplicando le offerte ampliano la concorrenza e aumentano le possibilità di scelta dei consumatori, determinando una tendenziale diminuzione dei prezzi), e in secondo luogo i i grossi problemi nei trasporti, a causa delle le difficoltà dei camion a viaggiare in maniera ottimale e regolare, sia all’andata che al ritorno“.