Un kit con dieci tipologie di semi simbolo della grande biodiversità dell’agricoltura italiana: è lo “Scrigno dei semi 2.0” distribuito dalla Coldiretti a Expo Milano 2015.
Il 22 maggio, in occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità, nel padiglione Expo della Coldiretti è stato distribuito gratuitamente un kit contenente una vaschetta di terra e dieci varietà di semi a rischio di estinzione: lo spinacio riccio d’Asti, il peperone sigaretta di Bergamo, il cetriolo tortarello abruzzese, la catalogna puntarella di Galatina, il broccolo calabrese natalino, la cicoria mantovana, la cipolla di Bassano, la melanzana violetta di Firenze, il pomodoro pantano romanesco, la bietola barese. All’interno di ogni kit è presente un codice QR con il quale si può accedere a un sito creato per l’occasione (www.loscrignodeisemi.it) e ricevere poi via mail tutte le informazioni necessarie per creare il proprio orto. L’iniziativa è nata da un’idea della Coldiretti ed è stata realizzata con il contributo di Consorzi agrari d’Italia e in collaborazione con la start up Grow the Planet.
La Coldiretti ha spiegato il progetto in questi termini: “lo Scrigno dei Semi 2.0 è uno strumento innovativo per imparare, con il supporto delle nuove tecnologie, a coltivare il proprio orto e contribuire alla salvaguardia della biodiversità italiana da lasciare alle generazioni future. L’impegno della Coldiretti per la biodiversità ad Expo si concretizza anche con la possibilità per i visitatori di conoscere, grazie ad una esposizione ad hoc nel padiglione, i cibi Made in Italy sopravvissuti all’omologazione, dall’ortofrutta al vino, dall’olio ai formaggi. Tra le curiose varietà recuperate dagli ‘agricoltori – custodi’ ci sono le patate blu del Trentino, quelle dalla buccia rossa dell’Umbria o quelle viola, scoperte nel Parco Nazionale del Gran Sasso. C’è anche il pomodorino zebrato, che non è solo bello da vedere ma anche buono per il palato e per la salute perchè contiene più licopene, e il pomodoro giallo che ha il colore di quello originale scoperto nelle Americhe e apparso in Europa alla fine del ’500. C’è il mais di colore rosso coltivato in Trentino, ma ci sono anche antiche tradizioni casearie che hanno permesso la sopravvivenza degli animali da allevamento come il formaggio marcetto teramano o la ricotta Asquanta ottenute da latte di pecora, o il puzzone di Moena, che è prodotto soprattutto dalle vacche della Val di Fassa. Un’azione di recupero importante si deve ai nuovi sbocchi commerciali creati dai mercati degli agricoltori e dalle fattorie di Campagna Amica, che hanno offerto opportunità economiche agli allevatori e ai coltivatori di varietà e razze a rischio di estinzione che altrimenti non sarebbero mai sopravvissute alle regole delle moderne forme di distribuzione. Si stima che almeno 200 varietà di vegetali definite minori, tra frutta, verdura, legumi, erbe selvatiche e prodotti ottenuti da almeno 100 diverse razze di bovini, maiali, pecore e capre allevati su scala ridotta trovino sbocco nell’attuale rete di mercati e delle Botteghe degli agricoltori di Campagna Amica”.