A tre anni di distanza dall’incidente nucleare di Fukushima (che ha avuto un ulteriore strascico la scorsa settimana, con una nuova perdita radioattiva), l’Unione Europea ha deciso di prolungare di un altro anno le restrizioni sulle importazioni di prodotti alimentari dall’area giapponese contaminata.
Il disastro nucleare di Fukushima – legato al terremoto dell’11 marzo 2011 – ha portato subito a un intervento dell’Unione Europea, che con il Regolamento di esecuzione (Ue) n. 297/2011 del 25 marzo 2011 ha introdotto un sistema speciale di controlli per i prodotti alimentari importati dal Giappone, sistema poi in parte modificato con il nuovo Regolamento di esecuzione (Ue) n. 961/2011 del 27 settembre 2011.
Nel 2013, a distanza di due anni dall’incidente nucleare, alcuni studi in parte (per i pesci) ridimensionavano i rischi per la salute umana legati al consumo di prodotti alimentari provenienti dall’area di Fukushima. Ma i rischi restano, e il livello di radiazione nei prodotti alimentari è continuamente monitorato dalle autorità giapponesi (qui tutti i dati ufficiali, in continuo aggiornamento). Nel febbraio 2014 il Comitato Ue per la catena alimentare e la salute animale, su proposta della Commissione europea, ha deciso di prolungare di un altro anno le restrizioni e il sistema speciale di controlli per i prodotti alimentari e i mangimi importati in Europa dalla zona di Fukushima. La Ue revoca invece le restrizioni all’importazione per i prodotti alimentari delle zone di Tokyo e Kaganawa, allenta le restrizioni per i prodotti alimentari provenienti dalle prefetture di Gunma, Ibaraki, Tochigi, Miyagi, Saitama, Iwate e Chiba, mantiene le misure restrittive ma solo per i funghi per le province di Shizuoka, Yamanashi, Niigata e Aomori, e conferma le misure restrittive ma solo per funghi e piante selvatiche commestibili per le province di Nagano, Akita e Yamagata. Le nuove norme dovrebbero essere pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale Ue a fine marzo, entreranno in vigore dal primo aprile e saranno ridiscusse nel marzo del 2015.
(Luigi Torriani)