Chiusa l’annata agraria (che per tradizione termina il giorno di San Martino, l’11 di novembre), è tempo di bilanci per l’agricoltura italiana. Che anno è stato il 2011 per le nostre campagne? La crisi è generale, ma i dati Istat fotografano una situazione piuttosto eterogenea nei diversi comparti. In sintesi: calano grano tenero (pane) e grano duro (pasta), vino, olio di oliva, suini e bovini da macello. Tengono, e anzi crescono, il comparto lattiero-caseario e la frutta fresca.
La crisi peggiore colpisce il frumento, con i raccolti di grano tenero per il pane che segnano un -25% e di grano duro per la pasta con un -9%. In calo l’olio di oliva, che scende del 5%, e la carne, che rispetto al 2010 diminuisce l’offerta del 3,8% per i capi bovini e dell’1,6% per i suini. Su questi ultimi casi – spiega Coldiretti – incide in maniera rilevante la difficile situazione congiunturale degli allevamenti italiani sul versante dei costi, con forti rincari dei mangini rispetto alle annate precedenti.
Male, anzi malissimo, anche la vendemmia, che ha chiuso con 42,3 milioni di ettolitri di vino, che è uno dei peggiori risultati italiani di sempre e che significa un -10% rispetto al 2010. In questo caso tuttavia la scarsa quantità della produzione è compensata dall’alta qualità (il 60% del raccolto è stato destinato ai 517 vini Docg, Doc e Igt italiani) e dal trionfo dell’export (nel 2011 il vino italiano è stato il più bevuto nel mondo, davanti ai vini francesi).
Bene invece il comparto lattiero-caseario, con le consegne di latte che aumentano dell’1,7% e con la produzione di formaggi che sale del 2%. Il 2011, in generale, è stato un anno straordinario per i formaggi italiani, con un export da record e con il sorpasso storico sui formaggi francesi.
Più sfaccettata la situazione della frutta fresca. Il comparto ha vissuto una forte crisi della frutta estiva (specie pesche e nettarine), con un crollo drastico delle quotazioni alla produzione che ha messo in serie difficoltà gli agricoltori. E con un forte calo della produzione di uva da tavola. Tuttavia, grazie ai migliori raccolti di pere, mele e kiwi, il settore chiude il 2011 con una (insperata) crescita produttiva generale dell’1,3% rispetto al 2010. Resta comunque un dato di fatto, al di là dell’aumento nella produzione, il progressivo distacco delle famiglie italiane dagli acquisti di frutta e verdura, che è in atto da oltre un decennio (-22% dei consumi familiari di frutta e verdura dal 2000 al 2010, e un ulteriore -3% nel primo semestre del 2011).
(Luigi Torriani)