Sia nei grandi supermercati che nei negozi, una tipologia alimentare che non manca mai è quella dello “snack”. Golosi o leggeri, sono diventati una presenza costante sugli scaffali o vicino alle casse. Ma che rapporto hanno gli italiani con lo spuntino?
Ha tentato di scoprirlo un’indagine Gfk Eurisko dal titolo “Lo spuntino: abitudini ed atteggiamenti degli italiani”, promossa da Kellogg Italia. Cosa è emerso?
Bhè, a dispetto di quanto si possa pensare osservando la varietà di snack,presenti sul mercato, gli italiani, a causa di ritmi di vita sempre più frenetici, tendono a dedicarsi al cibo solo durante i pasti principali, pranzo e cena, tralasciando addirittura la colazione; l’abitudine alla merenda o allo spuntino di metà mattina è poco diffusa. Questo, nonostante i dietologi consiglino la formula alimentare del 3 +2 (3 pasti importanti e 2 spuntini durante la giornata), utile per un apporto calorico bilanciato e per non arrivare con eccessiva fame ai pasti principali.
Invece, come accennato, più di tre italiani su cinque (65%) al di sopra dei 14 anni non fa lo spuntino e più della metà di coloro che non lo fanno ne ha una percezione negativa, credendo che rovini l’appetito (9%) o che sia un’abitudine da bambini (6%). E ancora: un italiano su cinque, che non fa lo spuntino, evita di consumarlo per timore di ingrassare.
Spuntini diffusi solo fra i giovani?
Il 35% degli italiani si concede lo spuntino almeno una volta a settimana e che l’abitudine a consumarlo è molto più diffusa nella fascia di età 15-24 anni (67%), mentre lo è meno tra gli over 54 (20%). Per il 71% degli intervistati il fuori pasto è motivato dall’esigenza di placare il senso di fame fra i pasti principali, mentre per il 36% degli interpellati è associato ad un momento di pausa dal lavoro o dallo studio. E se il 29% degli intervistati fa lo spuntino per concedersi una tentazione, il 12% dei rispondenti lo fa per evitare di abbuffarsi ai pasti o per abitudine, mentre l’11% perché lo ritiene una scelta alimentare corretta o necessaria a recuperare le energie fisiche.
Chi si concede un momento dedicato allo spuntino lo fa prevalentemente nel pomeriggio (72%), mentre per il 47% lo consuma al mattino. Ma ad accomunare la stragrande maggioranza dei rispondenti che fa lo spuntino è la ricerca di un fuori pasto ricco di gusto (79%), seguita dall’esigenza di praticità (38%).
Quali conclusioni trarne? Le aziende del settore snack dovrebbero puntare a una campagna di informazione alimentare per sfatare i falsi miti sullo spuntino e indirizzarsi soprattutto al target adulto, visto che fra quello più giovane questi prodotti sono già abbastanza diffusi.
(Da www.italiaatavola.net)