Carne proveniente da animali clonati sulle nostre tavole? Il rischio è quanto mai attuale e concreto.
Vediamo un po’ come mai. Il 29 marzo scorso il Parlamento UE e il Consiglio dei Ministri hanno discusso la scottante questione dell’autorizzazione o meno di carne o latte prodotti da progenie di animali clonati in Europa. Ma purtroppo non si è trovato un accordo e dunque, allo stato attuale, resta in vigore il regolamento sui nuovi alimenti del 1997 che non impedisce l’utilizzo e vendita di bestiame clonato.
Quando i media hanno lanciato l’allarme, il ministro della salute Ferruccio Fazio ha voluto rassicurare tutti affermando che ‘In relazione alle notizie diffuse dagli organi di stampa sugli alimenti derivati da esseri clonati, tengo a precisare che il mancato accordo a livello comunitario sul nuovo regolamento ‘novel food’ non va inteso affatto come una liberalizzazione dell’uso di tali alimenti che dunque non possono essere commercializzati nel nostro Paese”.
Ad ogni modo, dato quanto accaduto a livello europeo, le preoccupazioni restano e i chiarimenti del Ministero non hanno placato la polemica.
«È frustrante che il Consiglio europeo non ascolti l’opinione pubblica supportando iniziative urgenti per proteggere i consumatori e il benessere degli animali», commentano il presidente della conciliazione, l’europarlamentare S&D Gianni Pittella e la relatrice Kartika Liotard.
Secondo la presidenza ungherese con l’abbandono del tavolo da parte degli europarlamentari «tre anni di negoziati sono stati buttati dalla finestra», mentre anche l’europarlamentare Ppe Licia Ronzulli, ritiene che «la miopia politica, gli interessi nazionali e quelli dei grossi gruppi industriali hanno prevalso sulla tutela dei diritti di oltre 500 milioni di cittadini europei e ora sarà necessario attendere almeno altri tre anni affinché possa essere adottata una nuova legislazione in materia».
Quanto è successo lascia sconcertati anche perché, secondo le varie indagini che sono state fatte in questi anni, i cittadini europei si sono sempre espressi in maniera contraria alla clonazione.
Ben il 77% ritiene infatti che la clonazione animale per fini alimentari sia innaturale.
Anche guardando allo specifico della situazione italiana l’opposizione alla clonazione a fini alimentari è alta, con il 61% che non la ritiene sicura per le future generazioni, il 62% che pensa non faccia bene alla salute e il 68% che sia innaturale.
E’ grave che, allo stato attuale, non esistano, a livello europeo, norme sulle importazioni che impongano di etichettare un alimento come derivato da progenie di animali clonati. Non bisogna dimenticare infine che la commercializzazione di carne, latte e formaggi proveniente da animali clonati oltre ad un problema di scelta consapevole da parte dei consumatori e di rispetto della biodiversità pone infatti evidenti perplessità di natura etica.
(Da www.italiaatavola.net)