Torna l’ottimismo tra le imprese dell’industria alimentare italiana. Lo rileva l’Ismea in base ai risultati dell’indagine condotta a settembre su un panel di 1.200 operatori, da cui si evince che l’indice del clima di fiducia del settore ha toccato, in questo terzo trimestre dell’anno, il livello più elevato da settembre 2007, data di inizio del monitoraggio effettuato dall’Istituto.
Con un valore pari a +12,4 (il campo di variazione è tra -100 e +100), l’indice Ismea guadagna infatti dodici punti rispetto al trimestre precedente e quindici sull’analogo periodo dello scorso anno, riflettendo un quadro di maggiore soddisfazione da parte degli operatori, che trova conferma anche nella ripresa degli indici della produzione dell’intera industria manifatturiera.
Analizzando le tre componenti del clima di fiducia, spiega l’Ismea, dalle dichiarazioni degli industriali emerge una decisa ripresa degli ordini, dopo il trend negativo che ha caratterizzato tutto il 2008 e i primi tre mesi del 2009 e la fase altalenante dei successivi tre trimestri. Positive anche le indicazioni sull’andamento delle scorte, in ridimensionamento sia su base trimestrale, sia su base annua, nonché le attese di produzione, in ulteriore miglioramento in vista anche delle imminenti festività natalizie.
A livello settoriale, l’indagine evidenzia che il miglioramento congiunturale della fiducia ha prevalentemente interessato l’industria dolciaria, della prima lavorazione delle carni rosse, della lavorazione del pesce, degli elaborati a base di carne, dei prodotti da forno, del vino e della mangimistica. Peggiora, invece, il sentiment presso l’industria risicola, quella dei gelati e la molitoria. In ambito territoriale, il miglioramento della fiducia ha interessato tutte le regioni, specialmente del Nord Est e del Centro Italia.
L’approfondimento di indagine sull’andamento della domanda ha confermato la svolta positiva, delineando uno scenario più vivace di quello dello scorso anno. Negli ultimi dodici mesi, in base alle dichiarazioni degli operatori interpellati, è cresciuto l’utilizzo degli impianti produttivi, si è consolidato, mediamente a 10 mesi, il periodo di produzione assicurato dagli ordini in portafoglio e/o dai piani produttivi aziendali e sono migliorate le attese sul livello degli ordini e dei prezzi per i prossimi dodici mesi.
Intanto, per la Grande distribuzione alimentare, il cui clima di fiducia si mantiene in terreno positivo da sei trimestri, l’indice registra un’ascesa di due punti rispetto al trimestre precedente, ma una correzione al ribasso di mezzo punto su base tendenziale. Sul miglioramento congiunturale hanno inciso principalmente le aspettative di vendita, favorite dal periodo natalizio, e, seppure in misura minore, il decumulo delle scorte di magazzino; valori invece in calo per le vendite, che in base alle indicazioni fornite dagli operatori sono tornate a registrare una dinamica negativa, che ha interessato in particolare le uova, le carni fresche e trasformate e in misura minore vini e spumanti.
Infine, nei diversi canali di vendita, l’andamento positivo ha interessato maggiormente i minimarket e in misura minore gli iper e supermercati. Determinante, infine, a giudizio degli operatori della Gda, la leva promozionale che nel trimestre in esame è stata utilizzata dal 99% delle aziende del Panel, con un’incidenza del 30,7% sul fatturato complessivo.
(Da www.aiol.it)