Giro di vite alla “pubblicità sleale”, ovvero alle pratiche commerciali scorrette nella presentazione degli alimenti per quanto riguarda la reale origine geografica degli ingredienti utilizzati.
E grande la soddisfazione di Coldiretti in seguito all’approvazione del ddl sulla competitività agroalimentare visto che per la prima volta, con un emendamento speciale al provvedimento, si risponde al diritto del cittadino ad una effettiva conoscenza degli elementi essenziali dei prodotti, in osservanza del codice di consumo
Il testo prevede che – ha sottolineato la Coldiretti – l’origine degli alimenti dovrà essere prevista obbligatoriamente in etichetta e non potrà essere omessa anche nella comunicazione commerciale, per non indurre in errore il consumatore. Niente più pubblicità al succo di arancia con le immagini della Sicilia se viene utilizzato quello proveniente dal Brasile, come purtroppo spesso avviene. O ancora, niente pubblicità alla mozzarelle con le immagini del Golfo di Napoli se provengono dalla Germania come è successo per quella diventata blu. Una ulteriore novità è rappresentata – ha continuato la Coldiretti – dall’obbligo di menzionare la provenienza geografica di tutti gli ingredienti di cui viene indicato in etichetta il nome o l’immagine, dalle merendine alla fragola ai biscotti alle mandorle fino alle patatine all’olio di oliva. Non va peraltro sottovalutata – aggiunge la Coldiretti – la norma che obbliga a costruire la tracciabilità in etichetta dell’eventuale impiego di ogm in qualunque fase della catena alimentare, a partire dai mangimi.
«Il via libera della Camera è un importante passo in avanti nella battaglia di sempre della Coldiretti nell’interesse della trasparenza e del diritto alla scelta consapevole dei consumatori». E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel ringraziare i deputati della Commissione Agricoltura e gli altri parlamentari che, con un voto bipartisan, «hanno bene interpretato gli interessi generali approvando la norma nonostante le tante pressioni delle lobby che ci sono state e che, purtroppo, ancora ci saranno prima della piena applicazione».
Per l’Italia – ha continuato la Coldiretti – significa anche valorizzare il vero Made in Italy in un contesto in cui non è ancora tutelato a sufficienza.
Il provvedimento che dovrà ora tornare all’esame del Senato, dove ha già ottenuto una prima approvazione, risponde anche – ha concluso la Coldiretti – anche ai nuovi indirizzi che vengono dall’Europa dove il Parlamento all’inizio dell’estate ha votato a favore dell’obbligo di indicare il luogo di origine/provenienza per carne, pollame, prodotti lattiero caseari, ortofrutticoli freschi, tra i prodotti che si compongono di un unico ingrediente (che oltre al prodotto agricolo prevedono solo degli eccipienti come acqua, sale, zucchero) e per quelli trasformati che hanno come ingrediente carne, pollame el pesce.
(Da www.diariodelweb.it)