I colleghi di statoquotidiano.it hanno pubblicato una interessante disamina sulla situazione dell’economia agraria pugliese.
Sul settore primario dell’economia pugliese l’ombra della criminalità, con agricoltori “terrorizzati” e il rischio della sopravvivenza dello stesso comparto. E’ quanto è emerso dal terzo “Rapporto sulla Criminalità in agricoltura 2009“, realizzato dalla Cia Puglia e dalla Fondazione “Humus” sui fenomeni criminali che interessano il comparto agricolo nelle sei province pugliesi.
Dura la disamina effettuata dal presidente della Confederazione Italiana Agricoltori Puglia Antonio Barile, alla presenza del responsabile dell’Osservatorio per la legalità e la sicurezza di Bari Nisio Palmieri. “Oggi l’attività della criminalità comune e organizzata, delle agromafie, dell’agropirateria, di depredazione dei certificati verdi da parte dei grandi parchi eolici e fotovoltaici sta mettendo seriamente in gioco la sopravvivenza ed il futuro della nostra agricoltura, ed in alcuni casi stanno attentando pesantemente alla salute dei cittadini. Basta pensare al fenomeno importazioni di grano duro all’ocratossina emerso nel processo di Trani contro Casillo Grano cancerogeno, alla sbarra Casillo contro cui la Cia Puglia si è costituita parte civile.
Un agricoltore su tre ha subito e subisce gli effetti della criminalità. Si è in presenza di oltre 150 reati al giorno, che in Italia fatturano 50 miliardi di euro l’anno, di cui si stimano circa 4 miliardi a livello pugliese.
L’allarmante quadro di quanto accade nelle campagne pugliesi è poi denunciato dallo stesso Barile: “In Puglia i principali reati della criminalità comune e organizzata che colpiscono l’attività agricola sono i furti di mezzi agricoli (16 per cento), l’abigeato (12 per cento), i furti di prodotti agricoli (11 per cento), il racket (9 per cento). Tra i reati si segnalano, inoltre, il danneggiamento alle colture e le aggressioni nei confronti delle persone”.Il comparto agricolo, nazionale e regionale, in mano alla criminalità dunque, col risultato di avere operatori del settore in balia non solo della dramamtica crisi economica ma anche di costanti vessazioni di matrice criminale.
SOGGETTI A MINACCE E SOPRUSI – Come spiegato dal presidente della Cia Puglia: “Sempre più gli agricoltori confermano, nei vari incontri, che la criminalità in agricoltura è sempre più presente, invasiva e incisiva condizionante per l’attività economica delle imprese agricole. L’agricoltura è sempre più terrorizzata dalla criminalità organizzata. Molti produttori agricoli sono preda di una malavita violenta e spregiudicata. E così sono soggetti a pressioni, minacce e a ogni forma di sopruso”. Tra i reati commessi quotidianamente a danno degli agricoltori il furto di macchine e mezzi agricoli, per i quali “è generale l’impressione che per questi esista un vero e proprio mercato. Non a caso si registrano furti di trattori nuovi. E quelli sottratti agli agricoltori non sempre sono oggetto di riscatto. Ed è fortemente immaginabile come gli scarsi controlli alle frontiere permettano a trattori rubati in Puglia di “attraversare” facilmente l’Adriatico per poi essere rivenduti nei paesi transfrontalieri”. Il dato più allarmante è dato dall’aggravarsi del fenomeno criminale in agricoltura resa evidente dal confronto tra il 2009 e il periodo compreso tra gennaio e maggio del 2010.
EPISODI IN TUTTE LE PROVINCE PUGLIESI – “Continuano a registrarsi in tutte le province pugliesi (con una forte recrudescenza nel nord Brindisino) furti di mezzi e attrezzi agricoli. Ma non solo. Le cronache giornalistiche ci confermano episodi di estorsione ed intimidazioni ai danni di agricoltori, furti di bestiame, di alberi, di prodotti agricoli sul campo (in primis carciofi), di pannelli fotovoltaici, di legna, di cianche e pietre per muretti a secco, di gasolio, danneggiamenti di uliveti”. Barile ha poi sottolineato come ciò che arriva a conoscenza della pubblica opinione attraverso i giornali sia solo la punta di un iceberg, quando in realtà la vera situazione è ben più allarmante.
Due reati particolarmente odiosi e preoccupanti emergono dal report sui primi mesi del 2010: la falsificazione e sofisticazione di prodotti cerealicoli e le alterazioni alle analisi di olio spacciandolo come prodotto italiano. Per questa ragione la Cia Puglia insieme alle altre organizzazioni agricole intende convocare una Cabina di regia sui controlli, con Nas, Repressioni frodi, Osservatorio fitopatologico, Sanità marittima, Dogane, Guardia di Finanza, Arpa Puglia.
“È da anni che abbiamo chiesto maggiori controlli in materia di frodi alimentari e di controllo dei prezzi dalla campagna agli scaffali della grande distribuzione. I controlli, comunque, non devono solo scaturire dalle inchieste ma devono essere sistematici e mirati, tesi a colpire il malaffare e l’economia dell’inganno. Occorre andare ancora a fondo e colpire le importazioni illegittime, il falso “Made in Itay” che ormai danneggia ogni comparto dell’agricoltura pugliese (grano duro, olio vino, ortofrutta, latte, uva da tavola, ciliege)”, è la conclusione di Barile.
In occasione della presentazione del suo rapporto, la Cia Puglia ha ricordato la sua adesione alla mobilitazione per ribadire il diritto di Foggia ad essere la sede dell´Agenzia Nazionale per la Sicurezza Alimentare, che vede protagonisti in questi giorni Istituzioni, sindacati, Camera di Commercio, Università, associazioni di categoria.
CATALDO COMMENTA EFFETTI MANOVRA SU AGRICOLTURA – “Il processo di ristrutturazione delle aziende agricole è messo in crisi dalla manovra finanziaria del Governo, che taglia i fondi per il cofinanziamento delle misure europee di sostegno agli investimenti in qualità ed internazionalizzazione”. E’ la previsione avanzata da Mirko Di Cataldo, responsabile del dipartimento Agricoltura del Partito Democratico di Capitanata, alla notizia che il bilancio agricolo della Regione Puglia subirà un taglio di oltre 27 milioni di euro nel solo 2011. “E’ difficilmente comprensibile la ragione della sottrazione di risorse ad un settore, come quello agricolo, attanagliato da una crisi strutturale che altrove in Europa ha determinato ingenti stanziamenti straordinari – continua Di Cataldo – Il Governo Berlusconi, invece, continua a penalizzare decine di migliaia di imprese, con effetti a cascata sull’occupazione e sulla bilancia commerciale”. La Regione Puglia dovrà decidere su quali settori specifici intervenire, ma “è alto il rischio che a pagarne le maggiori conseguenze siano i comparti dell’orticoltura, della vitivinicoltura e della frutticoltura”. Detto in altri termini, i tagli potrebbero penalizzare le produzioni di vino, olive, pomodoro da industria, carciofo, asparago, cavolo broccolo e indebolire ulteriormente il settore bieticolo-saccarifero. Senza le barriere produttive costruite con gli investimenti in qualità – conclude Mirko Di Cataldo – il mercato italiano diventerà la prima tappa della definitiva espansione commerciale dei Paesi extra Ue”.
Stefàno: assessori agricoltura bocciano manovra finanziaria governo nazionale – Manovra finanziaria, una bocciatura unanime dal Tavolo degli Assessori regionali. La Commissione Politiche Agricole della Regioni, riunitasi ieri a Roma, ha effettuato un primo approfondimento sul decreto legge in discussione: tutti gli assessori hanno espresso grave preoccupazione per il previsto taglio dei trasferimenti alle Regioni, che sembra coinvolgere anche i fondi del DPCM Agricoltura. “Una ipotesi devastante – commenta il coordinatore della Commissione, l’assessore della Puglia Dario Stefàno – poiché insostituibili politiche, applicate da ciascuna Regione nell’ambito del proprio territorio, verrebbero di fatto annullate. A ciò si aggiungerebbe l’impossibilità di adempiere alle funzioni attribuite con Legge Nazionale ad organismi appositamente delegati”.“Se guardiamo al caso specifico alla Puglia – prosegue l’assessore Stefàno – questo significherà non avere
più alcuna risorsa per la zootecnia e per la gestione dei libri genealogici, per le attività di promozione delle nostre produzioni di qualità, per le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria dei Consorzi di Bonifica (che pure in questi anni abbiamo finanziato), per la pesca e per le azioni relative ai controlli funzionali”. “Parallelamente – prosegue Stefàno – tutti gli assessori hanno condiviso l’ulteriore preoccupazione per l’assenza nel provvedimento di qualsiasi riferimento alla modifica della scadenza delle agevolazioni contributive per le aziende agricole nelle aree svantaggiate e montane, oggi prevista al 31 luglio prossimo, che comporterà un ulteriore acuirsi delle problematiche occupazionali e della competitività delle imprese ubicate nelle medesime aree”. “Siamo tutti consapevoli – sottolinea l’assessore – che occorra interpretare una fase di risanamento dei conti pubblici, ma non è assolutamente accettabile che vi si giunga attraverso un contributo a quasi esclusivo carico delle Regioni e su funzioni ad esse delegate dalla Costituzione”. “Peraltro – conclude Stefàno – tutto questo, avviene in un momento terribile di crisi nel quale non solo non si mettono risorse necessarie alla ripartenza”.
da statoquotidiano.it