Il Prosecco nel 2012 compirà lo storico sorpasso sullo Champagne come numero di bottiglie prodotte? E’ abbastanza probabile!
Di certo ne sono convinti gli assessori del Veneto alla promozione Marino Finozzi e all’agricoltura Franco Manzato. Le elaborazioni su dati Valoritalia da parte del Cirve, Centro Interdipartimentale per la Ricerca in Viticoltura ed Enologia di Conegliano, indicano infatti che la progressione del Prosecco è netta ed incalzante, a fronte di una produzione dello spumante francese che si orienta mediamente sui 320 milioni di bottiglie l’anno. Quest’anno lo spumante del territorio del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, verrà commercializzato in circa 286 milioni di bottiglie, e il prossimo anno si punta sui 353 milioni, per superare, dal 2013, i 400 milioni di bottiglie commercializzate nel mondo.
Il fenomeno Prosecco, che ha la sua anima e la sua storia principalmente nella provincia di Treviso, diventa dunque sempre più brand e fattore di distinzione e di traino per tutto il “Made in Italy”, unendo qualità in quantità a prezzo assolutamente accattivante. Il sorpasso sarà un fatto numerico – hanno sottolineato Finozzi e Manzato – ma nella spumantistica mondiale, che ha nella vecchia Europa il suo indiscusso caposaldo, il Prosecco cerca un suo spazio in ragione della sua diversità rispetto allo spumante transalpino: giovane, beverino, facile, sempre ottimo, su standard di qualitativi molto elevati, “che il sistema produttivo intende mantenere elevati e che noi vogliamo garantire assecondando il sistema dei produttori anche con un’operazione di zonizzazione – ha fatto presente Manzato – operando perché il Prosecco venga coltivato nelle zone più vocate e facendo in modo che la rincorsa a questo vino non vada a scapito di altri vitigni e di altri vini delle regioni interessate”.
Importantissimo a questo fine dunque proteggere il prodotto dalle imitazioni e dalle speculazioni selvagge che vanno a scapito della qualità: per mantenere il Valore del Prosecco bisogna controllare il potenziale di questo vino, evitando che il suo successo venga inseguito da persone che cercano un miraggio di facile ricchezza».
E infatti, Fulvio Brunetta, presidente del Consorzio Doc, si è dichiarato perfettamente in linea con la Regione nello stop al proliferare commerciale di vigneti. «Siamo nel pieno del successo delle bollicine dell’uva glera del Nord Est – ha concluso – e non vogliamo che improvvisati viticoltori speculino compromettendo il lavoro e la coerenza dei produttori storici, figure professionali formate che conoscono e amano il loro territorio e i loro vini».
(Da www.beverfood.net)