È stato raggiunto un accordo tra la Coldiretti e l’azienda Novamont per la coltivazione del cardo in sardegna a scopi industriali, per la produzione di prodotti chimici a minimo impatto ambientale.
L’accordo – siglato da Catia Bastioli (amministratore delegato di Novamont e di Matrìca – joint venture paritetica tra Novamont e Versalis), da Roberto Moncalvo (presidente di Coldiretti), e da Mauro Tonello, (presidente di Consorzi Agrari d’Italia – CAI) – ha lo scopo di creare in Italia una filiera agroindustriale innovativa delle bioplastiche e dei biolubrificanti. Nel comunicato stampa della Coldiretti si parla dell’attivazione “di una filiera agricola rispettosa del territorio, che valorizzi aree abbandonate non irrigue per alimentare il primo modello di bioraffineria integrata nel territorio, sinergica con la filiera alimentare e rivolta a prodotti ad alto valore aggiunto, capaci di ridurre e sostituire materie prime più impattanti provenienti da lontano”. L’accordo prevede la diffusione della coltivazione del cardo tra agricoltori della Sardegna iscritti alla Coldiretti e la sinergia tra queste colture e la la bioraffineria Matrìca di Porto Torres. Il cardo consuma pochissima acqua e può crescere su terreni aridi e poco adatti alle colture tradizionali, e la sua coltivazione permette quindi di valorizzare aree della Sardegna che sarebbero altrimenti inutilizzabili a scopi agricoli. Dal cardo si ricavano poi materie prime agricole e scarti vegetali che possono servire per produrre farine proteiche per l’alimentazione animale e per la realizzazione di prodotti chimici a basso impatto ambientale (biochemicals, biointermedi, monomeri per la produzione di bioplastiche, basi per biolubrificanti e bioadditivi per gomme).
L’accordo tra la Coldiretti e la Novamont precisamente prevede, secondo quanto diffuso dalla Coldiretti: “la promozione tramite la società Filiera Agricola Italiana ( F.A.I ) della coltura del cardo in Sardegna e la sua valorizzazione agro ambientale attraverso contratti di filiera che prevedano, tra l’altro, l’anticipo delle spese colturali per i primi due anni e un reddito garantito all’agricoltore; lo studio e la realizzazione della gestione degli ammassi del prodotto post-raccolta e dell’utilizzo della rete dei consorzi riuniti in CAI per la vendita dei prodotti derivanti dalla trasformazione industriale; lo sviluppo di progetti di ricerca attraverso il nuovo strumento del PEI (Partenariato europeo innovazione) nello sviluppo rurale in collaborazione con gli stakeholder rilevanti della filiera; la promozione delle bioplastiche da filiere integrate con più del 50% di rinnovabilità, incentrivando il riuso di shopper biodegradabili nella raccolta differenziata del rifiuto organico, l’uso del compost in agricoltura per contrastare fenomeni di desertificazione e l’utilizzo dei teli per la pacciamatura agricola”.
Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont, ha commentato in questi termini l’accordo con la Coldiretti: “non basta sviluppare tecnologie innovative e realizzare impianti da imporre ai territori per uscire dalla crisi ma occorre un nuovo modello di sviluppo territoriale che parta da progetti condivisi che siano in grado di mettere in pratica il concetto di economia circolare e di innovazione continua, dando la possibilità di contribuire a chi ha idee e buona volontà, creando un clima di collaborazione e rispetto tra gli interlocutori senza il quale nessuna solida costruzione sarà possibile. L’intesa con Coldiretti e Consorzi Agrari d’Italia (CAI) è un passo importante in questa direzione”. Mentre il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo ha dichiarato: “nasce una collaborazione che offre una nuova opportunità di reddito per gli agricoltori che operano anche nei terreni più difficili con l’introduzione di una coltura che consente di ridurre la dipendenza dall’estero delle proteine vegetali destinate all’alimentazione animale e nello stesso tempo di ottenere prodotti innovativi a basso impatto ambientale, che confermano la grandi potenzialità creative del nostro Paese. La diffusione di tecnologie rispettose del territorio che ne valorizzino le caratteristiche distintive e le potenzialità è la vera strada da seguire per garantire uno sviluppo sostenibile al Paese”.
(Luigi Torriani)